Gela. Un investimento sul fotovoltaico, che avrebbe potuto anticipare anche quello di Agroverde. I ritardi della Regione, però, avrebbero fatto fallire il progetto della Eco Agri. Due impianti dovevano sorgere su terreni già acquistati, in contrada San Leo. Adesso, la vicenda entra di nuovo nel vivo. I legali dell’azienda hanno chiesto un maxi risarcimento da 156 milioni di euro, chiamando in giudizio tre diversi assessorati regionali, che nel corso del tempo hanno seguito l’iter della procedura. Gli impianti Eco Agri 1 e Eco Agri 2 non hanno mai visto la luce, dato che la presunta lentezza degli uffici regionali fece perdere al gruppo l’opportunità di accedere agli incentivi del secondo conto energia. Così, la decisione di rivolgersi ai giudici amministrativi che, in un primo momento, bocciarono il ricorso, ritenendolo tardivo. Negli scorsi mesi, il Consiglio di giustizia amministrativa, invece, ha ribaltato la decisione e rinviato di nuovo ai giudici del Tar.
Due impianti mai attivati. Sarà necessaria una nuova valutazione del caso Eco Agri e il giudizio si è aperto per la seconda volta. I magistrati hanno chiesto di poter acquisire il progetto e il cronoprogramma, già presentati agli uffici regionali dai responsabili dell’azienda. Dovrà essere il dirigente generale del dipartimento Energia della Regione a fornire gli atti, entro sessanta giorni. I legali schierati dalla Eco Agri, gli avvocati Riccardo Balsamo, Sergio Antonuccio, Domenico Pitruzzella, Enrico Lubrano, Filippo Lubrano e Andrea Prosperi, ritengono che l’investimento fallito sia da addebitare solo ai tempi lunghi degli uffici regionali.