Gela. Tra gli espropriati di “lusso” spunta anche Eni e il Comune dovrà risarcire la multinazionale. I giudici amministrativi del Cga hanno emesso un verdetto, che ribalta una precedente sentenza del Tar di Palermo. Il municipio e la cooperativa “Di Vittorio” dovranno pagare Eni, a seguito di un esproprio risalente a trentacinque anni fa. L’azienda del cane a sei zampe subì l’occupazione di alcune aree, nella zona di Macchitella, poi utilizzate per la realizzazione di diversi alloggi. Peccato, però, che ad Eni non sia mai stato notificato un decreto di esproprio né sia stata pagata l’indennità dovuta. Così, i legali dell’azienda hanno portato il caso davanti ai giudici amministrativi. Se in primo grado, i ricorsi dei legali di Eni sono stati respinti, i giudici del Consiglio di giustizia amministrativa, invece, hanno pronunciato un verdetto favorevole. “Deve quindi essere riconosciuto, in riforma della sentenza impugnata – scrivono i giudici – il diritto delle ricorrenti al risarcimento del danno commisurato al valore venale del bene al momento del perfezionarsi della rinuncia abdicativa del privato al proprio diritto reale (ossia, al momento della perdita del suo diritto di proprietà), identificabile nella data del deposito dei ricorsi di primo grado al Tar”.
L’esproprio e il risarcimento ad Eni. Non solo il risarcimento, quindi, ma il Comune e la cooperativa edilizia dovranno versare pure gli interessi. Per le casse del municipio, già decisamente sotto stress, sembra che non ci sia fine al peggio. “Il Comune di Gela – si legge ancora – dovrà pertanto provvedere, attenendosi ai criteri esposti nei paragrafi precedenti, alla determinazione dell’ammontare del risarcimento da corrispondere alla ricorrente, facendone oggetto di un’offerta da proporre all’avente diritto nel termine di novanta giorni dalla pubblicazione della presente sentenza”. L’esproprio risale a trentacinque anni fa, ma i soldi e i relativi interessi vanno pagati prima possibile.
