Gela. Come se non bastassero i bilanci in profondo rosso, il totale isolamento politico e il flop del sistema di controlli interni al municipio, con deferimento alla procura della Corte dei Conti, sull’amministrazione comunale piove un’altra pesantissima stangata. Sono di nuovo i magistrati palermitani a mettere all’angolo la gestione del municipio. “Irregolarità contabili e criticità di bilancio”, questo hanno riscontrato i giudici della Sezione di controllo, durante la verifica del rendiconto 2015, del bilancio di previsione 2016/2018 e del rendiconto 2016. “L’assenza di un’adeguata lotta all’evasione tributaria, la minima capacità di riscossione, la mole di debiti fuori bilancio, l’incapacità di censire il contenzioso pendente, nonché il reiterarsi delle discrasie tariffarie relativamente al servizio di smaltimento rifiuti, per il quale non sussistono le adeguate coperture finanziarie, mentre si registra un trend migliorativo sia sul versante della mole dei residui attivi e passivi, sia sull’adozione della nota informativa inerente i rapporti economici e finanziari con le società partecipate, non ritenendosi legittimo, per converso, quanto operato dall’amministrazione in materia di stabilizzazione del personale precario e di destinazione delle royalties petrolifere a copertura della spesa corrente”. Sono solo alcune delle emergenze finanziarie riscontrate durante la verifica. L’amministrazione del sindaco Domenico Messinese non è riuscita a dare seguito ai precedenti moniti degli stessi giudici palermitani. Così, in attesa che i tecnici del Comune corrano ai ripari, sempre che ne abbiano la possibilità, la Sezione di controllo ha deciso una grave sanzione. Scatta il divieto di “assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge”. Quindi, stop a qualsiasi spesa che non sia già prevista. La scure dei giudici della Corte dei Conti si è abbattuta su buona parte del sistema di gestione finanziario dell’ente, da ormai tre anni retto dalla giunta dell’ex grillino Domenico Messinese. Completamente bocciate le strategie di utilizzo delle royalties estrattive e la gestione del sistema rifiuti. Mina vagante, per i conti dell’ente, sono ancora una volta i debiti fuori bilancio.
“Responsabilità di particolare rilievo”. “La Sezione conferma il profilo di criticità sollevato, censurando il comportamento dell’Ente che ha disatteso le disposizioni della L.R. 9/2013, che ha destinato impropriamente i proventi delle royalties al pagamento di spesa corrente – scrivono i magistrati – col risultato di utilizzare illegittimamente una copertura finanziaria per spese che devono fondarsi sulle ordinarie entrate comunali, in dispregio quindi dei vincoli di destinazione specificatamente previsti”. Ma non mancano i pesantissimi richiami sulle spese del servizio rifiuti. “Si manifesta, inoltre, in modo specifico – continuano – viva preoccupazione per il disavanzo gestionale discendente dal servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, in ordine alle cui modalità e alla correlata tariffazione è emersa una palese distonia tra il consiglio e la giunta, con profili di responsabilità di particolare rilievo”. Nella decisione pubblicata, i magistrati criticano apertamente le scelte della gestione Messinese-Siciliano, richiamando quanto già deciso dopo che il sindaco aveva chiesto un precedente parere. “Nel dichiarare inammissibile il quesito posto sull’imputazione contabile della maggiore spesa contratta per la gestione del servizio – scrivono i giudici – attinendo a tematiche su cui la corte aveva già espresso in precedenza il proprio motivato avviso, l’Ente, sotto la propria responsabilità, ha ritenuto di disattendere, ha espressamente precisato che la richiesta di parere “trae origine da una serie di autonome scelte gestionali, che hanno dato luogo ad un sensibile aggravio di costi, per di più non integralmente coperti da tariffa, in quanto tali astrattamente in grado di cagionare un danno finanziario all’Ente, in disparte i profili di applicabilità dell’art. 191, comma 4, del Tuel”. Insomma, la giunta ha scelto di rafforzare il servizio di raccolta differenziata, pur in assenza di coperture finanziarie, nonostante dalla Corte dei Conti regionale fosse già arrivato uno stop. Adesso, in municipio dovranno assumere “con urgenza le idonee azioni correttive”. Un quadro a tinte fosche, quello proposto dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti, che dopo aver disposto il deferimento del Comune alla procura per l’inadeguato sistema di controlli interni, amministrativi e finanziari, solleva il velo su pratiche dubbie, adottate in municipio, facendo scattare il blocco di spesa. “La Sezione accerta il permanere di numerose rilevanti irregolarità contabili e criticità di bilancio che, ove non vengano corrette – concludono – possono generare risultati di amministrazione non veritieri e non rispondenti alle disposizioni contabili vigenti, mettendo a rischio gli equilibri di bilancio e inasprendo le tensioni in termini di cassa per il permanere di irrisolte difficoltà di riscossione delle entrate e l’utilizzo improprio delle royalties petrolifere. L’ente deve pertanto provvedere a rimuovere le irregolarità accertate garantendo gli accantonamenti prudenziali necessari in riferimento alle passività potenziali e adeguando i programmi di spesa alla reale capacità di riscossione delle entrate anche mediante strumenti coattivi, assicurando così il tempestivo pagamento delle obbligazioni”. Debiti fuori bilancio, royalties e rifiuti, la giunta del sindaco Domenico Messinese rischia di crollare sotto i durissimi colpi dei conti che non tornano.
Siamo allo sbando, una reiterata manifestazione di anti-amministrazione e gestione della cosa pubblica.
Ma la cosa che stranisce è il silenzio della Procura, mah!