Gela. I loro nominativi sono nell’elenco degli indagati. Pino Federico e l’avvocato Ferdinando Maurelli, già ai vertici dell’Ato idrico Cl6, sono finiti al centro dell’inchiesta condotta dai magistrati di Caltanissetta ed eseguita dai carabinieri del Noe di Palermo e dai finanzieri nisseni. Nelle carte degli inquirenti, viene tracciata una lunga sequela di presunte irregolarità nella gestione dei sistemi di depurazione idrica, affidata alla società italo-spagnola Caltaqua. Non solo i funzionari dell’Ato Cl6, perché l’indagine è estesa ai manager della stessa Caltqua e di Aqualia, la società iberica controllante, e a funzionari della Regione. Così, oltre a Federico e Maurelli, ci sono Vincenzo Emanuele e Marco Lupo, del dipartimento regionale Acque e rifiuti, Giusto Ingrassia (del servizio idrico), Salvatore Guarino e Salvatore Giuliana, già manager di Caltaqua, e Angelo Martorelli dell’Ato. Poi, altri responsabili dell’azienda italo-spagnola.
“Chiariremo tutto”. Un’indagine che ha riguardato un periodo non inferiore a sette anni e che adesso arriva a conclusione, con gli avvisi notificati agli interessati. “Chiariremo tutto – dice l’ex deputato regionale Pino Federico – la nostra gestione all’Ato idrico Cl6 è stata assolutamente regolare. Lo proveremo con gli atti”. Non è stato possibile, invece, contattare l’avvocato Maurelli. Per i due ex vertici dell’Ato, le contestazioni riguardano un presunto mancato controllo. Tra le accuse mosse agli altri indagati, quella di inquinamento ambientale, a seguito dei mancati interventi su diversi impianti di depurazione in provincia, con lo sversamento di liquami, ma anche la frode. Sarebbe stato violato il contratto di servizio, con la complicità, stando alle accuse, dei funzionari regionali. I finanzieri hanno accertato, inoltre, una presunta evasione fiscale da oltre 37 milioni di euro. L’indagine riguarda anche le stesse società.
auguriamoci che la magistratura faccia chiarezza e chi ha da pagare anche in termini penali —–PAGHI
Quelli che pagano sono solo i poveri cittadini onesti e dignitosi