Gela. Il quarantaduenne Nicola Liardo avrebbe dato ordini dal carcere ai suoi familiari, gestendo un presunto giro di droga ed estorsioni. E’ iniziata l’udienza preliminare, successiva all’inchiesta “Donne d’onore”. I carabinieri e i pm della Dda di Caltanissetta, per mesi, hanno seguito le loro mosse. Oltre allo spaccio di droga, sarebbero emerse richieste di denaro ad esercenti e imprenditori della città. Il pm Luigi Leghissa, davanti al gup del tribunale nisseno, ha chiesto di produrre una serie di atti, compresi quelli della recente inchiesta “Cruis”, che vedrebbe indagati anche alcuni coinvolti proprio nel blitz “Donne d’onore”. Le accuse vengono mosse allo stesso Liardo e a Salvatore Crisafulli, Maria Teresa Chiramonte, Monia Greco, Giuseppe Liardo, Dorotea Liardo, Salvatore Raniolo, Calogero Greco, Carmelo Martines e Giuseppe Maganuco.
Il blitz “Donne d’onore”. Le difese hanno subito optato per un termine, che gli consentirà di valutare gli atti prodotti dall’accusa ma anche di depositare i recenti pronunciamenti dei giudici della Corte di Cassazione, che hanno rivisto la posizione di alcuni imputati. In aula, si torna a giugno. Nel pool di difesa ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Carmelo Tuccio e Francesco Enia.