Niente più bufale, i sindacati sull’accordo di programma: “Non può essere merce per i furbi”

 
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Gela. L’area di crisi complessa e l’accordo di programma, già ridotti ai minimi termini dai pochi stanziamenti regionali e nazionali, non possono essere merce per i “furbi”. I confederali di Cgil, Cisl e Uil rilanciano l’assemblea dell’11 maggio, fissata al Comune di Mazzarino. “La vita economica di ogni territorio è la somma di fasi più o meno altalenanti, dalla buona pesca all’agricoltura intensiva, dalla grande industria di Stato alle piccole e medie imprese – dicono Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania –  oggi la fase è un’altra, è quella dell’innovazione, della ricerca, del rispetto dell’ambiente, della defiscalizzazione per incentivare nuove idee facendo in modo che sgravi contributivi e incentivi per creare nuove imprese non vengono gestiti dai furbi della prima ora, gli stessi che hanno costrutto capannoni, li hanno magari inaugurati ma nessun lavoratore ha avuto un dignitoso rapporto di lavoro”. Nessun ritorno al passato, quindi, per i sindacati, che già in più occasioni hanno bocciato l’intesa da soli venticinque milioni di euro.

Non dimenticando cosa ha significato la cassa del Mezzogiorno fino a vent’anni fa ed i vari contratti d’area, patti per l’agricoltura, fondi europei, fino a dieci anni fa, vedono nell’accordo di programma l’ultima opportunità per evitare lo svuotamento di decine di comuni siciliani – dicono ancora – il trasferimento di interi nuclei familiari, l’abbandono di tanti giovani intelligenti, competenti, motore di innovazione. Noi, il sindacato confederale, vogliamo parlarne con chi può deliberare decisioni forti, cioè i sindaci, con chi può modificare leggi e orientamento dei governi, cioè deputati regionali e nazionali. Non siamo interessati allo schieramento ma all’esercizio autorevole della rappresentanza istituzionale. I sindaci ed i deputati devono sapere con i fatti che il mondo del lavoro è in un fase drammatica e non è sufficiente né il comunicato né un singolo sciopero”. I sindacati, davanti ad una situazione economica del territorio drammatica, non vogliono perdere il treno dell’accordo di programma.

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