Gela. La vicenda era arrivata anche sui tavoli dei pm della procura, che alla fine hanno però deciso di chiederne l’archiviazione. Non ci sarebbero elementi utili a supporto di possibili accuse. I magistrati, negli scorsi mesi, hanno avviato approfondimenti su quanto accadde a Palazzo di Città, nei rapporti tra l’ex segretario generale dell’ente Pietro Amorosia e il sindaco Domenico Messinese. Amorosia, infatti, si rivolse all’Autorità nazionale anticorruzione, dopo che il sindaco scelse di revocargli le funzioni proprio di responsabile dell’anticorruzione in municipio. Dopo un primo verdetto favorevole al funzionario, che da qualche mese ha lasciato Palazzo di Città, Messinese presentò delle controdeduzioni e l’Anac cambiò linea, addirittura escludendo che quel provvedimento di revoca fosse mai stato efficace e trasmettendo gli atti alla procura della repubblica, “con riferimento alla rilevata falsità delle dichiarazioni rese”. Un’ipotesi di falso su quanto indicato dall’ex segretario generale.
L’Anac e l’archiviazione. I pm della procura, però, dopo gli approfondimenti del caso, hanno escluso qualsiasi anomalia, chiedendo appunto l’archiviazione. Nessuna contestazione, insomma, può essere mossa ad Amorosia, che ha operato nel rispetto delle norme in materia. La richiesta di archiviazione, in un primo momento, aveva convinto il sindaco ad opporsi, dando incarico ad un legale, l’avvocato Filippo Incarbone. Il professionista, però, dopo l’esame della vicenda e delle motivazioni addotte dai magistrati, ha consigliato a Messinese di non opporsi all’archiviazione. Indicazione accolta dal sindaco che, quindi, non muoverà altri passi, almeno rispetto a questa vicenda.