Gela. I candidati eletti siederanno tra i banchi del parlamento europeo: in città, invece, è già corsa all’interpretazione dei numeri usciti dalle urne. Oltre al duello tutto europeo, infatti, c’erano anche le sfide locali.
Gruppi e gruppetti a sostegno di singoli candidati. Adesso, ognuno cerca di tirare acqua al proprio mulino elettorale.
“Sicuramente – spiega il consigliere comunale di Articolo 4 Terenziano Di Stefano – il Partito Democratico è risultato il più votato in città. Attenzione, però, i 1.170 voti ottenuti da Michela Giuffrida sono dovuti alla nostra azione. Era la candidata scelta dal movimento anche se inserita nelle liste democratiche. In ogni caso, nonostante l’ottimo risultato ottenuto, Articolo 4 rimane all’opposizione della giunta Fasulo. Al momento, non ci interessa alcun accordo. Anzi, in vista delle prossime amministrative, vorremmo costituire una nostra lista autonoma”.
In casa Pd, invece, i numeri parlano diverse lingue. “Il risultato – spiega il primo cittadino Angelo Fasulo – è evidente a tutti. Più del quaranta percento in città. Numeri che non si vedevano neanche ai tempi d’oro della Democrazia Cristiana. Evidentemente, i cittadini non vedono così di cattivo occhio la nostra gestione amministrativa. In ogni caso, a preoccupare è l’astensionismo. Gli elettori sono veramente distanti dalla politica e, soprattutto, dall’Europa”.
Il candidato di riferimento del gruppo vicino al primo cittadino, Marco Zambuto, ha rastrellato 641 voti. Il duo Caterina Chinnici-Giovanni Fiandaca ha ottenuto un totale di 3.384 preferenze. Ai due si sono appoggiati gli ex deputati Ars Lillo Speziale e Miguel Donegani, oltre a tutti gli esponenti dei rispettivi circoli di partito. 608 preferenze, invece, sono andate all’altro candidato Pd Giovanni Barbagallo, sostenuto soprattutto da Giacomo Gulizzi ed Enzo Cirignotta.
“Un risultato interessante – dice lo stesso Gulizzi – soprattutto perché realizzato in brevissimo tempo e appoggiando un candidato che in pochi hanno pubblicizzato”. Sicuramente, un messaggio lanciato agli altri democratici: insomma, i pacchetti di voti non mancano neanche tra le mani di esponenti democratici come lo stesso Gulizzi, il neo acquisto Enzo Cirignotta e i consiglieri Giovanni Cravana e Giuseppe Manfrè.
E’ stata quasi una gara, invece, nella strana casa costruita, forse solo per questa competizione, da Udc e Nuovo Centro Destra. A prevalere, in base ai numeri, sono stati i fedelissimi di Angelino Alfano. I candidati Giovanni La Via e Giuseppe Marinello hanno portato via 850 voti contro i 339 dell’accoppiata Udc Giovanni Pistorio e Patrizia Valenti. In questo senso, sembra proprio che esponenti locali dell’Ncd come Lucio Greco e Luigi Farruggia siano riusciti a sopravanzare la corsa dei rappresentati Udc Antonio Gagliano e Guido Siragusa.
“Il Partito Democratico, anche in città – spiega lo stesso Siragusa – è riuscito a far fruttare i risultati di governo. Obiettivo non raggiunto dall’Udc e dal Nuovo Centro Destra, nonostante a livello nazionale siano alleati dei democratici. Forse, proprio questo fattore ha creato confusione. L’Udc cittadino ha un accordo con l’amministrazione Fasulo e lo porterà a termine anche in vista delle prossime amministrative. Non credo ad ipotesi di nuove intese con il Nuovo Centro Destra. In ogni caso, bisogna diffidare da tutti coloro che cantano vittoria solo per aver sostenuto candidati di liste differenti dal loro schieramento. Altro che vittoriosi, sono solo delle semplici comparse”.
Gli attivisti del Movimento cinque stelle hanno sfiorato il trenta percento di consensi, lanciando la loro sfida in vista del rinnovo del consiglio comunale e dall’amministrazione. “Abbiamo conquistato cinquemila voti – spiega l’esponente a cinque stelle Nuccio Di Paola – portando avanti una campagna elettorale senza risorse economiche e tra le gente. Guardiamo al forte astensionismo e chiediamoci le ragioni di questa disaffezione. Noi vogliamo far capire agli elettori l’importanza di recarsi alle urne. Il gruppo del Partito Democratico si è dimostrato forte ma con numeri molto inferiori rispetto alle attese. In tutte le sezioni della città, siamo riusciti ad avere volontari che hanno seguito l’intero spoglio fino alle prime luci dell’alba. Tutto questo ci rassicura. Non viviamo per le urne, cerchiamo di stare tra le persone”.
Altra intensa gara si giocava sotto il simbolo della rinata Forza Italia. I 600 voti ottenuti da Salvatore Iacolino premiano Enzo Pepe e i club Forza Silvio. 551 preferenze per l’altro candidato forte Salvo Pogliese, appoggiato dai forzisti che si riconoscono in Massimiliano Falvo e dalla Destra di Vincenzo Cascino.
“Abbiamo dimostrato – ammette proprio Falvo – che anche senza rappresentanza in consiglio comunale e con un gruppo attivo di giovani si possono sostenere le istanze di candidati praticamente sconosciuti in città come Salvo Pogliese. Esiste un forte elettorato di centro-destra e lo stiamo notando. Lo stesso Salvatore Iacolino ha ottenuto seicento voti, contribuendo al successo del partito che, ricordiamolo, ha nettamente superato il Nuovo Centro Destra”.
235 voti tra i berlusconiani sono stati conseguiti da Innocenzo Leontini, sostenuto in città dagli autonomisti di Pino Federico. Un risultato in bilico tra luci ed ombre soprattutto davanti ai numeri dei primi due in lista.
Decisamente distanti gli esponenti della sinistra che guardava al greco Alexis Tsipras: 247 voti, nonostante le raccolte firme organizzate dall’ex assessore Orazio Rinelli e dall’attuale indipendente in consiglio comunale Antonino Ventura. Ben poca cosa, inoltre, si sono dimostrate le liste di Italia dei Valori, con 69 voti, Fratelli d’Italia, 256 preferenze, Verdi-Green Italia, 56, Scelta Europea, 50, e Io Cambio-Maie con 10.
I leghisti hanno messo in tasca 103 voti, con il capolista Matteo Salvini fermo a 51 preferenze. La palma d’oro, non certamente cinematografica, va a chi non si è recato a votare: l’astensionismo, infatti, ha stravinto senza alcuna ombra di dubbio.