Gela. Il giudice Domenico Stilo lo ha condannato ad un anno e sei mesi di reclusione. Sul banco degli imputati, è salito l’imprenditore edile Fabio Fasulo. Il cinquantatreenne era accusato di aver emesso una serie di fatture false per eludere controlli e ottenere rimborsi fiscali.
In base alle indicazioni fornite dal pubblico ministero Sonia Tramontano, l’imputato avrebbe eluso il fisco su un totale di circa ottantamila euro d’imponibile oltre a quindicimila euro d’iva. Per questa ragione, il pubblico ministero, anche ieri mattina, ha spinto per ottenere la condanna dello stesso Fasulo.
“I fatti contestati all’imputato – ha spiegato – sono stati provati durante l’intero dibattimento. Per questa ragione, la condanna deve essere confermata”. Fasulo, rappresentato dall’avvocato Maurizio Scicolone, avrebbe messo in atto il sistema ritenuto fraudolento durante l’intero 2006.
Oltre alla condanna ad un anno e sei mesi di reclusione, il giudice Stilo gli ha imposto l’interdizione dai pubblici uffici per un anno. In base al dispositivo letto in aula, l’imprenditore non potrà svolgere attività di coordinamento aziendali per almeno dodici mesi. Ieri mattina, l’imputato è stato rappresentato in aula dall’avvocato d’ufficio Giovanni Cannizzaro.
Il suo legale di fiducia Maurizio Scicolone, infatti, era impegnato in altre sedi giudiziarie. Il verdetto pronunciato dal giudice, quindi, ha accolto in pieno la richiesta formulata dalla pubblica accusa. Furono i magistrati della procura ad alzare l’attenzione su una serie di operazioni fiscali, messe in atto dall’imprenditore, ritenute sospette.
Nel corso dell’estate, lo stesso Fasulo è finito nuovamente al centro di approfondimenti condotti dalla locale procura della repubblica. Gli inquirenti hanno chiesto spiegazioni circa il ruolo svolto dall’imprenditore nel procacciare manodopera per i cantieri avviati dalle aziende appaltatrici dei lavori per il maxi polo agro-fotovoltaico della cooperativa Agroverde.