Gela. Un’agonia senza fine. Ormai, per il sindaco Domenico Messinese e per la giunta l’aula consiliare è diventata una trincea, con il suo risicato esercito politico condannato alla sconfitta, quasi automatica. Questa sera, pure i “responsabili”, che hanno aperto alla collaborazione, gli hanno dato il benservito. Messinese esce nuovamente sconfitto e c’entrano ancora i rifiuti. L’amministrazione comunale e il dirigente Alberto Depetro hanno perorato una diversa distribuzione dei periodi di pagamento delle rate della Tari, da inserire nel contesto dell’Imposta unica comunale. “L’ente sta sopportando – ha detto il dirigente Depetro – uno squilibrio notevole dei flussi di cassa”. Insomma, nelle casse del municipio non entrano i soldi della Tari sui rifiuti o, perlomeno, non ne entrano a sufficienza. Un’emergenza finanziaria da tamponare prima possibile. Dal consiglio comunale, che già ha rimandato al mittente, per l’ennesima volta, il piano economico finanziario, arriva però un no plateale. Il voto sfavorevole segna diciassette consiglieri, con la sola astensione dell’indipendente Maria Pingo. Un voto negativo arrivato da Pd, Sicilia Futura, Noi con l’Italia, DiventeràBellissima, Movimento cinquestelle e dagli indipendenti Salvatore Sammito e Angela Di Modica. Quindi, atto bocciato davanti ad un Messinese che ha scelto di non parlare. Ha incassato la bocciatura e basta. “E’ un atto con il trucchetto – ha detto Carmelo Casano – questa proposta consentirà alla giunta di aumentare la Tari sui rifiuti già dal prossimo anno. Praticamente, stiamo votando la Tari camuffata”. Il dem Salvatore Gallo ha stroncato sul nascere la proposta. “Vogliono mascherare l’aumento della Tari per il 2019 – è intervenuto – e vengono in aula a chiedere l’aiuto del consiglio. Invito il sindaco a ritirare l’atto”.
Un flop clamoroso. Netto il no, bipartisan, arrivato dai banchi di Noi con l’Italia e Pd. “Prima, il sindaco dovrebbe chiarire quale sia la posizione della giunta sull’uso degli otto milioni di euro che saranno incassati dall’Ici sulle piattaforme di Eni – ha detto Vincenzo Cirignotta – quei soldi li potete utilizzare per ridurre la pressione fiscale sui cittadini. Sarebbe un atto di giustizia sociale. Non possiamo votare quest’atto dopo il 31 marzo. Il sindaco, invece, dovrebbe prendere in considerazione l’atto di indirizzo votato da questo consiglio e ritirare le deleghe ai rifiuti al vicesindaco Simone Siciliano”. I dem hanno subito chiuso la porta al sindaco. “Siamo in un’aula politica – ha detto Guido Siragusa – altro che anticipazione dei periodi di pagamento, bisogna invece posticiparli. Noi bocciamo la proposta. E’ solo un modo di mettere le mani nelle tasche dei cittadini”. Sia Siragusa che Casano non hanno risparmiato critiche al dirigente Alberto Depetro, accusato di “fare politica” per conto dell’amministrazione comunale. La commissione bilancio, adesso presieduta dalla dem Romina Morselli, ha dato parere negativo alla proposta. Ancora più netta è stata l’indipendente Angela Di Modica. “Non è questa la maniera di fare cassa – ha spiegato – la giunta dovrebbe invece ridurre gli sprechi e premere sul recupero dell’elusione fiscale”. L’unica a mostrare apertura è stata l’altra indipendente Maria Pingo (che tanti danno vicina all’amministrazione comunale). “Si mettono sempre i bastoni tra le ruote – ha detto – a questo punto, se dobbiamo continuare così per ogni proposta, andiamo tutti a casa”. La crocettiana Sara Bonura si è opposta fermamente alla proposta di anticipazione dei periodi di pagamento della Tari. “Con la città invasa da rifiuti – ha spiegato – non è proprio il momento giusto per parlare di rate e pagamenti. Il sindaco dovrebbe ritirare l’atto”. Una richiesta che è arrivata anche dai banchi di Sicilia Futura. “Non capisco perché il dirigente Alberto Depetro non imponga alla giunta di ridurre gli sprechi – ha detto il capogruppo Giuseppe Ventura – questa è un’amministrazione comunale che spende tantissimo e poi viene in aula a chiedere il voto favorevole. Viaggi, segretaria, costi enormi per la differenziata e pure gli eventi, in una fase tanto difficile. Per i viaggi istituzionali, in un anno e mezzo avete speso più di quanto ha speso la precedente giunta, ma in cinque anni. Invito il sindaco, come dissi già in passato, a liberarsi di una mela marcia che ha distrutto tutto”. Il riferimento, non troppo velato, è al vicesindaco Simone Siciliano.
I “responsabili”…chi li ha visti? Messinese, anche questa volta, si è dimostrato solo, solissimo, al comando, nonostante la presenza al suo fianco dell’assessore Valentino Granvillano. L’atto non l’ha ritirato e la stroncatura è di quelle memorabili. Il sindaco ha incassato pure il no del presidente del consiglio Alessandra Ascia. Il numero legale è caduto durante la discussione del regolamento di polizia mortuaria. Anche in questo caso, sono state scintille soprattutto tra il consigliere Carmelo Casano e il segretario generale. Se Messinese ha una maggioranza, questa sera non si è proprio vista. Se n’è andato pure il fedelissimo di sempre Fabrizio Morello (dopo la breve comparsata e l’addio dell’imprenditore Maurizio Melfa). La giunta soffoca e il consiglio comunale non ha la minima intenzione d prestargli soccorso. Il carro dei “volenterosi”, questa sera, non è proprio passato.
Ridicoli vergogna dimettetevi tutti, a che punto si arriva per prendersi uno stipendio da assessore, consigliere comunale, sindaco, state mettendo la città in ginocchio, siete il più scarso consiglio comunale d’Italia incompetenti
L ingovernabilita. A cui questo consiglio sta dando vita e l obbiettivo comune di questi signori. Salvando il tanto amato posto di lavoro.