Gela. Non sembra tempo di nuovi assessori a Palazzo di Città. Dopo le dimissioni dell’imprenditore Maurizio Melfa, che quasi un mese fa ha detto basta, prendendo le distanze da Messinese e dai suoi, proprio il sindaco sembrerebbe intenzionato a non accelerare i tempi. Forse, sta cercando di capire se, dopo il manipolo di “volenterosi”, usciti fuori nel corso della vicenda del piano economico finanziario, possa mettere insieme una maggioranza, più o meno stabile. La delega ai lavori pubblici, così, si potrebbe trasformare in una sorta di “premio fedeltà”, da assegnare a chi decidesse di non voltargli le spalle, garantendogli di concludere il mandato, in scadenza nel 2020. I numeri, almeno quelli che si sono visti in consiglio comunale, non parlano certamente a favore dell’amministrazione Messinese-Siciliano, che ha dovuto incassare, tra le altre cose, l’ennesimo fallimento del pef sul servizio rifiuti. Un altro smacco, accompagnato dai quasi scontati inviti a dimettersi, arrivati sia dalle fila del centrodestra sia da quelle del centrosinistra, senza dimenticare i grillini del Movimento cinque stelle. L’amministrazione è uscita con le ossa rotte, senza portarsi a casa il voto favorevole al pef e alle tariffe Tari (aumentate). Per giunta, deve cercare una soluzione che consenta di far sparire i cumuli di rifiuti dalle strade, ma con pochissimi spazi finanziari di manovra.
Ritorno di “fiamma” per i partiti? Negli ultimi giorni, in municipio, sembra ritornato di moda il dialogo con i partiti. Messinese e il suo vice Simone Siciliano non disdegnerebbero un nuovo tentativo di approccio. Farsi amici i partiti, per mettere in cascina numeri utili. Il “teorema”, però, è quasi impossibile da portare a soluzione, anche perché di partiti disponibili al dialogo con la giunta non se ne vedono. Sulla carta, sono tutti opposizione all’amministrazione comunale e tra le pregiudiziali di un eventuale dialogo, comunque, dovrebbe esserci la “cacciata” di Siciliano. Il sindaco, però, non vuol privarsi dalla sua spalla più fidata. La giunta ha cercato di “aggraziarsi” qualche consigliere, con tanto di nomine negli organismi di controllo e incarichi tecnici. I risultati stentano a manifestarsi. Per ora, salvo qualche “volenteroso”, sono pochissimi i consiglieri disposti ad immolarsi in onore del sindaco Domenico Messinese. Il piano economico finanziario fallito è solo uno dei troppi buchi politici di una giunta, che dopo tre anni, è ancora in cerca di identità, ma soprattutto di numeri. Il consiglio non li sfiducerà (come ha già abbondantemente dimostrato), ma per il sindaco e i suoi fedelissimi potrebbero essere due lunghi anni di passione.
Certo che siete fantastici, dovrei pagare pure la TASI con un aumento del 40% per togliere la spazzatura che accumulano i miei paesani incivili. Che imparino a fare la differenziata.
Fanno bene i consiglieri che non votano il per.
ma scusate questi signori sindaco siciliano e vice messinese (non ho sbagliato a scrivere) in questi tre anni cosa hanno fatto???! ma non lo capiscono che sono indesiderati che i cittadini sono stanchi di vedere sta gente attaccata alle poltrone….e basta…alle prossime elezione di nuovo le stesse promesse e tutti di nuovo che vogliono fare i consiglieri o il sindaco per fare cosa???per non andare a fare niente!!!!!Diranno abbiamo fatto questo e quello…ma di tangibile per la popolazione ??esempio; le strade e la circolazione stradale??(peggio che mai con le pironde ecc.)turismo?siamo una delle città più antiche e abbiamo il mare(ma inutilmente)infrasture?palazzetti, parchi , attività sportive e ludiche ?niente niente niente……