Gela. La vicenda del piano economico finanziario sui rifiuti è solo l’ultima di una lunga serie di incomprensioni, sfociate in veri e propri scontri interni, spesso trasportati sui social network. In queste ore, i grillini del Movimento cinque stelle si stanno confrontando, nel tentativo di mettere un argine a quello che sembra più di un semplice dissidio. Un vertice è previsto proprio per oggi (con tutti i consiglieri comunali del gruppo). La presenza in aula consiliare del capogruppo Angelo Amato, durante la discussione sul pef, poi saltata per il ritiro dell’atto da parte del sindaco, non è piaciuta al resto del gruppo consiliare. Amato era presente anche alla seduta del venerdì santo, convocata d’urgenza nel tentativo di approvare il piano economico finanziario entro la scadenza di legge. Diverse voci, negli ultimi tempi, hanno dato il giovane capogruppo pentastellato vicino all’amministrazione comunale. Un sospetto che, probabilmente, ha iniziato ad infastidire gli altri consiglieri Virginia Farruggia, Simone Morgana e Vincenzo Giudice. Loro sono stati chiari, chi non condivide la netta contrapposizione alla gestione amministrativa di questa giunta, può considerarsi disallineato o comunque lontano anni luce dalle posizioni del movimento. “Qualsivoglia posizione differente è da considerarsi in contrasto con la politica del Movimento cinquestelle”, così hanno scritto. Amato e i grillini a lui più vicini, invece, si sentono quasi accerchiati. Come se qualcuno stesse lavorando per isolarli, sostenendo la tesi di un suo riavvicinamento all’amministrazione comunale. Non lo nasconde e l’ha anche ribadito. In queste ore, ci sarà una sorta di resa dei conti.
La contesa interna. Sul tavolo, non c’è solo la vicenda rifiuti. Ritorna anche l’ombra di mosse “avventate”, come quella di non uscire dall’aula consiliare durante la votazione dell’atto che ha permesso di far passare l’edificabilità di un’area sul lungomare Federico II di Svevia. I grillini votarono contro, ma rimanendo in aula, senza far cadere il numero legale. Una parte degli attivisti locali ha addossato responsabilità soprattutto all’allora capogruppo Simone Morgana e al presidente della commissione ambiente e sanità Virginia Farruggia. Veleni e scelte rinfacciate a vicenda, in un clima già piuttosto surriscaldato. Sulla convivenza interna al movimento locale, si è fatta sentire pure la “lotteria” dei candidati alle recenti politiche, che ha portato l’ex assessore Pietro Lorefice al Senato. Non sono mancate scintille, dato che la corsa di Lorefice, è stata sponsorizzata dai “capi”, a partire da Luigi Di Maio e Giancarlo Cancelleri, senza troppe interlocuzioni. Una cosa è certa, sia Lorefice sia il deputato regionale Nuccio Di Paola (che alle regionali dello scorso novembre ha lottato con la concorrente interna Ketty Damante) sono diretta espressione del gruppo consiliare, certamente più vicini alle posizioni di Morgana, Farruggia e Giudice piuttosto che a quelle di Amato e degli altri attivisti “critici”. I cinquestelle, spinti dal vento romano e da quello palermitano, dopo aver abiurato il sostegno a Domenico Messinese, vogliono ottenere un nuovo successo, magari alle prossime amministrative. Prima di tutto, però, devono risolvere tante contraddizioni, magari non limitandosi ai social network.