Gela. Il Ministero dello sviluppo economico “salva” in extremis i soldi, circa 45 milioni di euro, previsti per il finanziamento degli accordi di programma di Gela e Taranto. Una proroga del termine è stata autorizzata nel decreto appena pubblicato in gazzetta ufficiale. L’iter dell’accordo di programma, del quale si sono perse le tracce, nonostante le cifre e le slide periodicamente sciorinate dall’amministrazione comunale, doveva essere chiuso, con tanto di firma, entro il 31 dicembre dello scorso anno. Il ministro Carlo Calenda, invece, ha messo la propria sigla sul provvedimento che proroga il termine ultimo al 31 dicembre 2018. Mesi in più che dovrebbero servire a non far fallire la procedura, sempre che l’amministrazione comunale e la Regione non la tirino ancora per le lunghe. Senza i soldi dell’accordo di programma, l’eventuale insuccesso andrebbe a travolgere tutte le previsioni legate all’area di crisi complessa e alle agevolazioni da garantire alle aziende che volessero investire nel territorio. Anche la call di Invitalia si sta trasformando in un ricordo piuttosto sbiadito mentre il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano cercano il bandolo della matassa, tra viaggi istituzionali e molteplici tavoli tecnici.
L’iter infinito. L’accordo di programma, uno dei principali cavalli di battaglia delle tre giunte Messinese, dovrebbe tracciare la linea del prossimo futuro economico locale, con una serie di investimenti alternativi a quelli di Eni, che ha già decisamente ridimensionato il suo impegno in città. Nel decreto appena pubblicato, spuntano altri sessanta milioni di euro che il ministero mette a disposizione del fondo per le aree di crisi industriale. Ovviamente, prima di tutto bisognerà chiudere iter che si trascinano da anni, compreso quello dell’area di crisi di Gela.