Gela. In una città che da decenni fa i conti con i viaggi della speranza di centinaia di malati, che si muovono lungo la penisola, spinti dalla necessità di salvarsi da gravissime patologie, le trasferte sono imposte anche ai morti. Non c’è un forno crematorio attivo e, così, anche negli ultimi giorni, i familiari di un uomo deceduto, che aveva già scelto di farsi cremare, ne hanno dovuto prendere atto e la salma è stata trasferita a Messina, proprio per essere cremata. La struttura per ospitare un impianto di questo tipo esiste nel cimitero di Farello, ma fino ad oggi nulla è stato fatto, nonostante la presenza di un sistema di cremazione delle salme sia prevista nel regolamento di polizia mortuaria. La questione potrebbe nuovamente finire in consiglio comunale.
Una mozione in consiglio comunale? Già in passato, il capogruppo di DiventeràBellissima Vincenzo Cascino aveva presentato un’interrogazione sul caso. “Non sono così sporadiche le richieste di cremazione delle salme, anche in città – dice – non capisco perché non si provveda, piuttosto che gravare di ulteriori spese le famiglie dei defunti. A questo punto, non escludo di presentare una mozione, di modo che l’amministrazione comunale si impegni a portare avanti l’intera vicenda”.