Gela. Dopo le politiche di inizio marzo, nel centrodestra locale sono iniziate le grandi manovre, soprattutto per pesarsi all’interno di un’alleanza che, ormai è chiaro, punta alle amministrative del 2020, ma solo per prendersi Palazzo di Città. In testa alla lista, ci sono i forzisti. Tra i berlusconiani locali, però, non mancano le differenze. Tante anime che non trovano un unico corpo, anzi. L’ex deputato all’Ars Pino Federico non arretra di un passo e, pur senza sbilanciarsi, ha già messo le mani avanti. Ha aperto alle primarie di coalizione ma sul tavolo ha messo anche i numeri, sia quelli delle preferenze alle regionali sia quelli delle politiche. Forza Italia è il primo partito del centrodestra in città e ha staccato praticamente tutti. Federico, questo particolare, di certo non lo vuole mettere nel cassetto. Nelle prossime ore, è previsto un vertice in città. Tutti convocati i forzisti, compresi i due deputati, Michele Mancuso all’Ars e Giusi Bartolozzi alla Camera. Non è chiaro se gli “invitati” riusciranno a partecipare, dati gli impegni istituzionali, ma i forzisti vogliono guardarsi in faccia. Negli scorsi giorni, l’avvocato Maurizio Scicolone ha sbottato, mettendo in discussione non solo la leadership di Federico ma anche la presenza dei suoi uomini di fiducia negli organismi del partito. In consiglio comunale, il capogruppo Salvatore Scerra e gli altri esponenti azzurri si sono messi a capo dell’opposizione alla giunta del sindaco Domenico Messinese, nonostante il primo cittadino, più volte, abbia tentato di chiudere un accordo politico con l’alleanza di centrodestra.
I rapporti con la giunta. I forzisti non hanno visto di buon occhio le ultime mosse di alcuni alleati, a partire dai fedelissimi di Nello Musumeci. C’è chi allude a possibili intese con il sindaco Domenico Messinese, che violerebbero l’accordo di coalizione sottoscritto dopo il fallimento della seconda mozione di sfiducia. Dal canto loro, quelli di Musumeci tenteranno fino all’ultimo di evitare una nuova scalata di Pino Federico, magari a Palazzo di Città, anche se l’ex deputato regionale non si è ancora espresso. Alcuni giorni fa, un nugolo di esponenti del centrodestra ha preso parte ad una cena, organizzata dal “ribelle” Scicolone, probabilmente nel tentativo di sondare il campo e valutare l’effetto prodotto dalla rottura con l’entourage di Federico. C’è poi l’incognita dei leghisti, che in città prendono piede, forse anche troppo. I circoli si scornano tra loro e, al momento, il deputato nazionale Alessandro Pagano ha commissariato il partito. I salviniani, alle politiche, si sono piazzati terzi in città, dietro solo a grillini e forzisti. Il cambio di rotta leghista sta attraendo pezzi sparsi di centrodestra e il messaggio potrebbe essere recepito pure da qualche scontento del centrosinistra. Nell’alleanza bisognerà valutare, inoltre, l’effettivo peso di Fratelli d’Italia, di Noi con l’Italia (che ha già due consiglieri comunali), di Energie per l’Italia (gruppo rappresentato all’assise civica) e di cespugli sparsi, che comunque alle urne potrebbero tornare utili. Tanti sono alla finestra. Senza un’intesa complessiva, però, l’alleanza di centrodestra rischia di implodere, per l’ennesima volta, nonostante i numeri in costante aumento.
Ma dove dovete andare, avete fallito e 20 anni che fate politica e non avete fatto mai nulla per questo territorio, io non ci riuscirei a fare queste cose io mi vergognerei, ma come dice il proverbio i politici non hanno smesso ti rubare hanno smesso di VERGOGNARSI, saluti a tutti