Gela. Con le casse sofferenti, a Palazzo di Città un altro “tesoretto” lo concede di nuovo Eni. I manager del cane a sei zampe, per il tramite di Enimed, hanno deciso di accettare la transazione proposta dai legali dell’amministrazione comunale. Il municipio incasserà, entro il 31 gennaio del 2019, poco più di sette milioni di euro. Soldi che l’azienda pagherà per mettersi in regola con i tributi dovuti per le tre piattaforme presenti lungo la costa locale. Su “Perla”, “Prezioso” e “Gela mare”, la multinazionale deve pagare Ici, Imu e Tasi. La questione era finita davanti ai giudici della Corte di Cassazione, dopo alcuni verdetti favorevoli ad Eni, emessi invece dalla commissione tributaria provinciale e da quella regionale. La giunta, però, si è affidata all’avvocato Ferdinando D’Amario, che ha avviato l’azione legale su tutti gli avvisi di accertamento non rispettati dall’azienda. Per l’assessore al bilancio Fabrizio Morello, Eni deve pagare i tributi sulle piattaforme, considerate alla stregua di veri e propri immobili. Un principio, almeno inizialmente, contestato dai legali del cane a sei zampe. Decisiva è stata una sentenza “pilota” della Corte di Cassazione che, per un caso analogo, ma relativo ad un altro comune italiano, ha appunto riconosciuto l’obbligo di pagare l’Ici sulle piattaforme estrattive.
La multinazionale paga. Giunta ed Eni, alla fine, hanno deciso di chiudere le ostilità. Nelle casse del municipio, entreranno i sette milioni di euro versati da Eni, senza che l’amministrazione comunale pretenda eventuali sanzioni. Per l’Ici non pagata nel periodo 2003-2004, al municipio spettano oltre 679 mila euro. Dal 2005 al 2015, invece, mancano all’appello Ici, Imu e Tasi, per un totale superiore ai 6 milioni di euro (solo 846 mila euro erano già stati versati), che verrà coperto. Allo stesso tempo, le parti si sono impegnate a rinunciare ai giudizi in Cassazione. Insomma, una mano d’aiuto finanziaria all’amministrazione comunale, dopo i 32 milioni di euro delle compensazioni (che ancora non sono stati tutti impegnati), la porge per l’ennesima volta il cane a sei zampe, che risultava evasore. L’accordo ha già ricevuto il via libera contabile dal collegio dei revisori. Sulla vicenda dei mancati pagamenti da parte del gruppo Eni il velo era stato sollevato già durante il periodo dell’amministrazione Fasulo, quando l’allora capogruppo del Pd Giacomo Gulizzi iniziò a chiedere che si facesse luce sui mancati pagamenti dell’Ici dovuta sulle piattaforme locali.
…. un giorno spero che ci direte dove vanno a finire tutti questi soldi versati da ENI per 60 anni prima in miliardi di lire e ora in euro….