La sanità locale “malata”, “Gelensis” alla politica: “Messinese e Ascia solo azioni da dilettanti”

 
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I componenti del comitato "Gelensis"

Gela. L’unica vera certezza è che la sanità locale è “malata”. Ne sono convinti i componenti del comitato Gelensis, che di certo non si accontentano dell’audizione di mercoledì scorso in commissione sanità all’Ars. “Con l’ultimo atto aziendale il nostro ospedale è stato classificato come struttura Spoke, che per intenderci equivale ad un ospedale di livello provinciale. In Sicilia, sono Spoke gli ospedali di Agrigento, Trapani, Ragusa, Siracusa, Enna e anche il Vittorio Emanuele – spiegano i componenti del comitato – ma questi ospedali sono raggruppati all’interno di quattro Uhb, ed in Sicilia le Uhb sono Palermo, Catania e Messina, le tre città metropolitane, e poi Caltanissetta che gode della sua fortunatissima posizione centrale nella geografia isolana. E all’interno di questa divisione l’ospedale di Gela dove è stato relegato? La mala sorte ci ha fatti ricadere dentro la giurisdizione dell’Uhb nisseno, cioè sotto il controllo di quella città dalla quale noi gelesi abbiamo sempre tentato di staccarci. Inoltre, in una situazione atavica di dualismo territoriale provinciale tra gli ospedali di Gela e Caltanissetta, si genera un conflitto naturale tra reparti in struttura semplice e complessa, che nella spartizione vedono prevalere quasi sempre Caltanissetta, nonostante la più bassa popolazione, la quale si avvale del titolo di capoluogo di provincia”.

Sanità o propaganda? La politica, stando agli esponenti di “Gelensis”, quando non latita avvia iniziative estemporanee, quasi propagandistiche. “Oramai da anni, assieme alla commissione sanità comunale, abbiamo istituito un tavolo permanente allo scopo di studiare ed attuare una strategia comune per cercare di risolvere i problemi dell’ospedale coinvolgendo il management dell’Asp e l’assessorato regionale – dicono ancora – accanto all’opera certosina del tavolo permanente si sono inseriti gli interventi spot di una serie di figure che con azioni talvolta eclatanti nulla hanno ottenuto se non le luci della ribalta. È stato così circa un anno fa quando il primo cittadino si mise a capo di una battaglia isolata ed isolazionista, davanti l’ospedale con una tenda da campo, che non produsse alcun guadagno, anzi! E così abbiamo impressione che sia adesso con l’inspiegabile azione del presidente del consiglio Alessandra Ascia, peraltro assente al tavolo indetto, che ha richiesto ed ottenuto un incontro con la Commissione regionale sanità, alla presenza del neo assessore, assente pure lui e sostituito da una dirigente, e della dottoressa Marcella Santino, lo stesso giorno decaduta dalle proprie funzioni di rappresentante dell’Asp nissena, che non si è assunta alcuna responsabilità ed impegno, in via prudenziale. L’incontro all’Ars ha sortito l’effetto di attivare il potere ispettivo della Commissione sanità regionale”. Insomma, nulla di decisivo. “Noi ci dissociamo da questo modo di procedere improvvisato e scoordinato, frutto di chissà che cosa. A noi queste sembrano azioni da dilettanti della politica – concludono – irrispettosi nei confronti dell’apporto democratico di tutte le parti, comprese quelle sociali, le uniche che vivono giornalmente la sanità nella sua realtà. È un tentativo squallido di accaparrarsi primogeniture che nei fatti non ci sono mai state e che non si risolvono a vantaggio della collettività ma a discapito della stessa. Riteniamo non utili alla collettività e alla questione sanità iniziative isolate, frutto di impulso del momento, e non tempestive rispetto agli eventi”.

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