Gela. Presunti trasferimenti fittizi, solo per raggirare il fisco ed evitare gli effetti di provvedimenti giudiziari. In aula, davanti al giudice Ersilia Guzzetta, è stato sentito uno dei finanzieri che effettuò approfondimenti investigativi sui conti dell’Elettroclima snc, azienda del settore elettrostrumentale per anni impegnata nell’indotto di raffineria Eni. I vertici sono a processo con l’accusa di aver evaso circa un milione di euro di Iva, oltre a novecentomila euro di mancate ritenute di acconto. “Un appartamento ed un terreno – ha detto il finanziere – vennero trasferiti alla onlus “Antonietta e Salvatore Aldisio”, costituita solo poco tempo prima. Altri trasferimenti, invece, avvennero a favore dei figli o di ex dipendenti. Normalmente, avvenivano quasi a ridosso dell’emissione di provvedimenti giudiziari”. Le accuse principali vengono mosse ad Orazio Bonincontro, Valentina Bonincontro e Carmelo Bonicontro.
I conti dell’azienda. A processo, ci sono anche alcuni presunti intestatari di quei beni. Rispondendo alle domande del pm Gesualda Perspicace e dei difensori degli imputati, il finanziere ha ricostruito la parabola dei conti del gruppo. “Nel periodo tra 2007 e 2011 – ha detto – la situazione reddituale andò in rosso. Nel 2007, era in positivo per 243 mila euro fino ad arrivare al meno 731 mila euro del 2011”. In aula, inoltre, ha testimoniato un funzionario dell’Agenzia delle entrate (che è costituita parte civile con l’avvocato Giuseppe Laspina). Proprio dagli uffici dell’Agenzia iniziarono le verifiche sui conti di Elettroclima snc. Le difese, però, hanno messo in luce l’assenza di vere e proprie verifiche sia sui bilanci sia sulla situazione delle commesse di lavoro gestite, in quel periodo, dalla società. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Antonio Gagliano, Filippo Spina, Egidio Alma, Enrico Aliotta, Calogero Giardina e Giusi Morteo.
