Gela. Il centrodestra, non proprio compatto, chiude con Messinese e i suoi. La porta la chiudono forzisti, esponenti di Noi con l’Italia e l’indipendente, quasi azzurro, Salvatore Sammito. C’erano loro, questa mattina, a Palazzo di Città. “Siamo pronti, insieme al sindaco, ad andare da un notaio e dimetterci”. I forzisti Salvatore Scerra e Sara Cavallo, i consiglieri di Noi con l’Italia Vincenzo Cirignotta e Antonio Torrenti, oltre allo stesso Sammito, non vogliono, però, che l’ormai ex assessore Maurizio Melfa passi per “un eroe”. “Non c’era bisogno di Melfa e delle sue dimissioni – hanno spiegato Cirignotta, Scerra e Sammito – per capire che questa è una giunta dell’improvvisazione. Non c’è nessun eroe. Melfa è entrato in giunta e da subito ha cercato di evitare la mozione di sfiducia. E’ stato complice dell’amministrazione comunale. Enormi responsabilità sono anche del Movimento cinque stelle, che ha portato in municipio il sindaco e poi l’ha abbandonato. Non si sceglie un sindaco davanti ad un computer”. “Forse – ha aggiunto Sammito – mira a ripresentarsi come sindaco, magari con un centinaio di voti in più”. Il centrodestra radunato questa mattina a Palazzo di Città, però, non ha di certo i numeri per portare in aula una nuova, la terza, mozione di sfiducia. Non c’erano gli esponenti di DiventeràBellissima (il cui capogruppo Vincenzo Cascino è stato da poco colpito da un lutto familiare), non c’erano neanche i leghisti e gli esponenti di Energie per l’Italia. “In aula, capiremo se il sindaco ha una maggioranza – ha detto il forzista Salvatore Scerra – una maggioranza occulta c’è e ci sono gli ultimi incarichi che parlano. Noi siamo qui e a dicembre, dopo l’esito negativo della mozione di sfiducia, tutto il centrodestra ha firmato un documento. Ci siamo impegnati a rimanere all’opposizione”.
“Lo accompagniamo noi all’uscita”. Tutti, comunque, concordano sul fatto che le dimissioni di Maurizio Melfa, entrato in giunta come uomo di fiducia del sindaco e del suo vice, gettino una pesante ombra sull’amministrazione comunale. “C’è una manifesta incapacità del sindaco – ha proseguito Cirignotta – basta considerare la vicenda delle proroghe del servizio rifiuti, ma anche l’accordo di programma fermo, la squadra di calcio che muore. Se non vuole lasciare la poltrona, lo accompagneremo noi all’uscita del municipio”. Ma le ombre, almeno per il gruppo di centrodestra, non mancano. “L’amministrazione comunale ha dato centralità, quasi esclusiva, all’industria – hanno detto Cirignotta e Torrenti – non per un interesse collettivo ma per interessi personali”. I consiglieri si preparano a chiedere una seduta monotematica ed urgente di consiglio comunale e il sindaco sarà chiamato a riferire in aula. “Chiederemo di votare – aggiungono ancora – e se il voto del consiglio sul suo operato sarà negativo, lo inviteremo a dimettersi”. Almeno in base alla strategia prefigurata da forzisti, Noi con l’Italia e dall’indipendente Sammito, dovrebbe essere il sindaco a farsi da parte. “Una giunta chiusa a riccio su tutto – ha spiegato Sara Cavallo – dei continui viaggi a Roma non conosciamo l’esito e la città sta morendo. Forse, loro hanno davanti agli occhi un’altra città, che non corrisponde a quella vera”. Senza un centrodestra compatto, però, i numeri difficilmente potranno arrivare, mentre Messinese può ancora sperare nella maggioranza “occulta”.