Palermo. Salta il confronto, in commissione bilancio all’Ars, con gli assessori Gaetano Armao e Girolamo Turano. Gli esponenti della giunta Musumeci, su richiesta arrivata dal gruppo cinquestelle all’Assemblea regionale, compreso il deputato Nuccio Di Paola, hanno comunicato di aver avuto impegni istituzionali, che non gli hanno permesso di essere in commissione. Sul tavolo, c’era la questione delle aree di crisi industriale di Gela e Termini Imerese. Un nodo strategico, soprattutto a livello locale. L’iter dell’accordo di programma è fermo, senza certezze sui soldi che verranno stanziati dalla Regione. Lo stesso Armao, negli ultimi giorni, ha confermato un primo finanziamento da dieci milioni di euro. Ben poca cosa, dato che l’area di crisi industriale di Termini Imerese riuscirebbe ad assorbirne almeno trecento milioni. L’amministrazione comunale, con il sindaco Domenico Messinese e il vice Simone Siciliano, ha più volte chiamato in causa i ritardi di Palermo. Per ora, l’area di crisi complessa di Gela è praticamente una scatola vuota. Senza soldi, sarà impossibile garantire sgravi e vantaggi alle aziende che intendessero investire, senza dimenticare la riqualificazione dei lavoratori usciti dal ciclo produttivo di Eni. “Spiace l’assenza della giunta regionale – dice il grillino Di Paola – adesso, bisognerà aspettare una nuova convocazione. Mi sarei atteso maggiore prontezza, data l’importanza del polo di Gela e di quello di Termini Imerese”. Saltata l’audizione degli assessori al bilancio e alle attività produttive, i componenti della commissione hanno avuto un dialogo informale con i sindacalisti dell’Ugl Giuseppe Messina, Andrea Alario e Antonino Cacici.
“Abbiamo avuto un colloquio informale – spiega il deputato forzista Michele Mancuso componente della commissione – che ci è servito ad acquisire ulteriori dati. Gli assessori convocati ci hanno comunicato la loro indisponibilità. Sarà convocata un’altra seduta per avviare il confronto e comprendere quali prospettive siano attuabili”. Da mesi, i sindacati chiedono che si faccia chiarezza sui fondi destinati all’accordo di programma e all’area di crisi complessa locale. Il pericolo è che a tre anni dall’insediamento della giunta Messinese, tutto sia in alto mare.