Gela. Nuccia Vullo e la piccola figlia Ludovica Caracappa, di appena cinque anni, vennero travolte lo scorso agosto, lungo un tratto di via Venezia. Per loro non ci fu nulla da fare, nonostante i tentativi dei sanitari. La Fiat Panda guidata dal ventitreenne Salvatore Rinella le trascinò per diversi metri, provocandone la morte. Il sostituto procuratore Eugenia Belmonte, adesso, ha firmato il provvedimento di chiusura delle indagini, avviate subito dopo l’accaduto. A Rinella, vengono contestati l’omicidio stradale e l’omissione di soccorso. Il giovane, infatti, avrebbe proseguito la marcia, senza fermarsi. Difeso dall’avvocato Salvatore Incardona, dovrà rispondere alle contestazioni. Non è ancora stata fissata l’eventuale udienza preliminare. Nel corso delle indagini, sono stati effettuati accertamenti tecnici e rilievi, anche sul luogo dell’impatto fatale. La difesa, probabilmente, farà leva sull’esito della perizia tecnica redatta. La dinamica venne ricostruita soprattutto attraverso le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza della zona.
Le indagini. Rinella ha sempre sostenuto di non essersi accorto della presenza di madre e figlia sulla carreggiata e di essersi allontanato solo per paura della reazione dei presenti. Venne rintracciato dai carabinieri del reparto territoriale. Dalle verifiche, è stato accertato che non fosse sotto effetto di alcolici o sostanze stupefacenti. A fine dicembre, il difensore riuscì ad ottenere la revoca degli arresti domiciliari, che cosnentirono al ventitreenne di tornare in libertà, ma con l’obbligo di firma. Venute meno le esigenze di indagine, anche la Fiat Panda è stata dissequestrata. I familiari delle due vittime stanno seguendo il procedimento fin dall’inizio, rappresentati dagli avvocati Riccardo Balsamo, Sebastiano Virga, Gionata Virga e Giuseppe La Barbera.