Gela. Nel corso di una serie di controlli, venne trovata una pistola a bordo della sua auto. Si è aperto il dibattimento a carico del ventiduenne Stefano Trubia. Il giovane deve rispondere alle accuse davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Tiziana Landoni ed Ersilia Guzzetta. Gli investigatori trovarono anche i proiettili. I giudici hanno respinto l’eccezione preliminare avanzata dal difensore dell’imputato, l’avvocato Nicoletta Cauchi. Per il legale, a Trubia non sarebbe stata data la possibilità di difendersi da alcune accuse, nel corso dell’interrogatorio. Anche il pm Ubaldo Leo ha chiesto che l’eccezione venisse respinta. I primi testimoni verranno sentiti in aula a giugno.
Gli spari a Settefarine. Trubia è già stato condannato per fatti analoghi. Venne arrestato dagli agenti del commissariato di polizia, che ricostruirono un vero e proprio scontro tra nuclei familiari a Settefarine. In quel caso, furono esplosi diversi colpi di arma da fuoco. Insieme al giovane, gli investigatori fermarono altre quattro persone.