Gela. Nel ’68, la cinematografia di Sergio Leone dava alle sale una delle monumentali opere dello “spaghetti western”. “C’era una volta il West” fa ancora storia. A seggi chiusi e voti scrutinati, in città viene proiettato “C’era una volta il centrosinistra”. Il voto per le nazionali si è rivelato un maxi flop, con percentuali ancora più risicate rispetto alle regionali, che perlomeno avevano consentito di piazzare all’Ars il dem Giuseppe Arancio. L’affare Cardinale e le candidature decise nelle segrete stanze hanno contribuito ad affossare la nave. Alla Camera dei Deputati, la candidata Grazia Augello, in città, porta a casa meno di tremila voti (2962), con il Pd che si ferma al 7,35% (2174 voti). Praticamente non pervenute le altre liste. Insieme 1,86%, +Europa 0,55% e Civica Popolare 0,13%. Del tracollo non approfittano nemmeno quelli della sinistra. Liberi e Uguali, con Franca Gennuso, arriva al 3,56% (1074 voti).
La lista sponsorizzata da Pietro Grasso tocca 999 voti (3,37%). Insomma, come si prevedeva da tempo, in città non c’è più il centrosinistra, per non parlare di una sinistra che fa fatica a reggersi in piedi, sempre più lontana da quelli che in passato erano i primi elettori. Una sconfitta, senza mezzi termini, che arriva mentre i lavoratori dell’indotto Eni sono da settimane in protesta e il centrosinistra neanche sanno più cosa sia. In casa dem, qualcosa dovrà pur accadere. I democratici non hanno fatto campagna elettorale per i candidati imposti e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Al Senato, che ha visto trionfare il grillino Pietro Lorefice, la dem Annalisa Petitto arriva al 9,23% (2.518 voti). I dem superano a malapena quota duemila voti (2104 e il 7,89%). A sinistra, Angelo Marotta di Liberi e Uguali segna il 2,75%. Il crollo è tutto dei dem, l’unico vero gruppo politico del centrosinistra ancora presente in città. Le faide interne hanno fatto implodere l’intero apparato. Lo scontro tra gruppi e famiglie sta mettendo a rischio le prospettive future, con i grillini che fanno mambassa e il centrodestra che non fa sconti. Il segretario cittadino Peppe Di Cristina e le anime che hanno in mano il partito, da Lillo Speziale al deputato Giuseppe Arancio, devono dare spiegazioni. Se i loro fedelissimi arrivano a votare per il centrodestra, anche in aula per il vicepresidente forzista Salvatore Scerra, allora tutto crolla. A questo giro, si sono “astenuti”, non facendo campagna elettorale. Le regionali di novembre, però, avevano già fatto scattare l’allarme rosso. Gli elettori hanno voltato le spalle a loro, ma anche a tutto il gruppo che, fino a qualche anno fa, aveva in mano le chiavi della città. Adesso, in mano hanno, forse, solo le chiavi del loro circolo.
Voi del Pd la mattina appena alzati guardatevi allo specchio… c’è solo una cosa che dovete fare appena vi guardate…. avete distrutto Gela e l’unica fonde di vita che aveva la Città ……………(la raffineria) grazie a tutti quelli che si facevano la foto con Renzi nel Agosto 2014…Avete Distrutto la Sicilia con Crocetta e affossato ancora di più Gela… adesso date le dimissioni dalla politica , avete chiuso.. non fa per voi la politica e ci metto pure i signori che dal mangia mangia crociettano sono andati con udc & Cardinale… VoltaGabbana cambiate mestiere
io già lo sapevo il flop l’ha fatto nelle regionali..è ho scritto pure che noi di destra vincevamo le NAZIONALI… ORA SPRUPPATIVI ST’OSSU…TUTTI QUELLI DELLA SINOSTRA