Gela. La protesta dei lavoratori della Turco si è spostata davanti al Comune. Stamattina i 36 lavoratori licenziati dall’azienda dell’indotto Eni hanno bloccato l’ingresso del Palazzo di Città. Anche gli stessi dipendenti hanno avuto qualche difficoltà ad entrare. I lavoratori sono esasperati. Hanno esposto striscioni e chiedono la solidarietà di tutti. Attendono l’arrivo del sindaco e del suo vice cui affidare la protesta nelle sedi istituzionali.
Il sit in rimane anche all’ingresso dello stabilimento petrolchimico. Gli operai sono esasperati. Chiedono aiuto a tutti ed al grido “vergogna” manifestano tutta la propria rabbia soprattutto contro la classe politica. “Gela svegliati! Stiamo morendo tutti qui!”, gridano
Non importa a nessuno, anzi noi abbiamo portato povertà siamo degli appestati! Hanno scelto di morire di fame! Tanto il fatto non sussiste illusi
Eni e’ stato un disastro per il paese….non ha mai fatto niente per Gela e nessuno dei commercianti ha protestato contro la chiusura della fabbrica unendosi ai blocchi del 2014, questo e’ solo l’inizio della tragedia ,mi rivolgo a tutti quei lavoratori che cercano in tutti i modi di urlare e il diritto al lavoro ,cercate di essere realisti e’ finita ! andate fuori e non credete agli pseudo sindacalisti da 2 soldi,buona fortuna da un’emigrato che non ha perso tempo.
Dispiace che tanti lavoratori abbiano perso il loro posto tuttavia dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che la raffineria di Gela non esiste più.
Gli impianti sono stati resi definitamente inattivi e sperare di raggiungere i livelli occupazionali di una volta è solo un’utopia.
L’azione di bloccare i cancelli e impedire l’accesso ad altri lavoratori é semplicemente una VIOLENZA che non porterà alcun frutto.