Gela. Una chiesa gremita ha dato l’ultimo saluto al cinquantatreenne Emanuele Giudice, morto venerdì pomeriggio tra i reparti del Vittorio Emanuele dove era stato trasferito a seguito di un grave incidente stradale.
La chiesa del Carmine con molta difficoltà è riuscita a contenere tutti i presenti al rito funebre.
E’ stato monsignor Grazio Alabiso a celebrare la funzione. Proprio il prelato, legato da un profondo rapporto d’amicizia all’ex consigliere comunale, lo ha voluto ricordare: mettendo in luce le sue estreme doti umane.
Tra le parole più toccanti, quelle pronunciate dalla moglie di Giudice, l’avvocato Emanuela D’Arma.
“Manu ci amava immensamente – ha detto quasi in lacrime – ci mancherà e lo ricorderemo per sempre. Nessuno mi aveva mai amata come lui”.
Il rito è stato seguito da molti dipendenti della fabbrica Eni, compagni di lavoro dell’uomo, e da diversi esponenti politici che, per anni, hanno condiviso lo stesso percorso dello sfortunato cinquantaquattrenne.
Non sono mancati neanche i fedeli legati a Giudice da profonda devozione, da lui dimostrata anche attraverso l’impegno nella comunità della chiesa Madre. La bara è uscita dal luogo sacro tra due ali di folla e tanti applausi.