Gela. Tre lavoratori hanno fatto ricorso alle cure mediche ospedaliere dopo avere segnalato cattivi odori provenienti, a loro dire, dai camini del colosso energetico Eni.
Hanno lavorato tutta la mattina indossando mascherine protettive fino alla pausa pranzo, trascorsa al pronto soccorso di via Palazzi. I medici del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” hanno accertato segni d’intossicazione a Elio Melfa, malato di tumore e titolare della Meic Services, l’impresa sorta ai piedi delle ciminiere del petrolchimico. Stessa sorte è toccata a due suoi dipendenti: Salvatore Di Piazza e Benedetto Falzone, dimessi dopo un periodo di osservazione in Astanteria. I sanitari hanno seguito il protocollo, inalandogli soluzioni nel sangue per disintossicarli da probabili agenti inquinanti esterni.
Dovranno rimanere a riposo per almeno cinque giorni. Momenti di panico anche per un’altra lavoratrice, Andreea Coyucariu, che a seguito dei cattivi odori ha accusato malesseri senza ricorrere alle cure ospedaliere. Quest’ultima, qualche mese addietro aveva perso conoscenza dopo avere trascorso un’intera giornata nel piazzale del distributore di carburanti, in qualità di promoter. Due anni addietro era stata costretta ad interrompere una gravidanza, all’ottavo mese, perché il bimbo che portava in grembo è deceduto prima di nascere a seguito di malformazioni al cuore e alla vescica, tempestivamente segnalate al reparto Utin dell’ospedale di Taormina.
La vicenda è finita per le vie legali, Il titolare del distributore di carburanti “Meic services”, ieri mattina non è rimasto a guardare, denunciando i cattivi odori alla locale compagnia territoriale dei carabinieri. Una volante si è portata sul posto. “I militari dell’arma hanno sollecitato l’intervento dei tecnici della commissione provinciale – spiega Melfa – che hanno effettuato una perlustrazione all’interno del petrolchimico e, si spera, anche dei rilevamenti nell’area”. La situazione è tornata alla normalità solo dopo alcune ore dalla segnalazione.