Roma. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Roma ha ammesso la costituzione di parte civile dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, aderente alla Fai. Il verdetto del gup è stato pronunciato in apertura dell’udienza preliminare, scaturita dalla costola romana della maxi inchiesta antimafia “Extra Fines-Druso”, coordinata dai magistrati della Dda di Roma e da quelli di Caltanissetta. Il perno di riferimento è il presunto boss Salvatore Rinzivillo, che per gli investigatori avrebbe preso le redini della famiglia, dopo il via libera arrivato dai fratelli ergastolani Antonio e Crocifisso. Così, sul tavolo del gup capitolino ci sono vicende legate alle richieste estorsive e alle minacce che i gelesi avrebbero condotto anche nella capitale. Vittime sarebbero state le titolari di un’azienda del settore dell’ingrosso di ortofrutta e il gestore di un locale della centralissima via Veneto. I gelesi, per volontà di Salvatore Rinzivillo, avrebbero avuto l’ordine di riscuotere un credito e, così, sarebbero iniziati i primi avvertimenti e le minacce esplicite. I difensori dei sedici imputati si sono opposti alla costituzione di parte civile dell’antiracket gelese, facendo leva soprattutto su un possibile vizio territoriale. Il gup, però, ha accolto le richieste avanzate dall’avvocato Giuseppe Panebianco, che rappresenta l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”.
Rinzivillo verso l’abbreviato. In aula, c’era anche il presidente Renzo Caponetti. Il legale ha prodotto oltre cento sentenze scaturite da vicende denunciate dall’antiracket locale o che hanno visto l’associazione costituirsi in giudizio. “Un segnale molto importante – commentano Panebianco e Caponetti – soprattutto perché si riconosce la validità delle denunce dell’antiracket di Gela. Inoltre, è chiaro ormai che le mafie non hanno più una connotazione territoriale e questa decisione lo ribadisce in pieno”. Parte civile è anche il gestore del locale di via Veneto. A giudizio, ci sono Salvatore Rinzivillo, Santo Valenti, Angelo Golino, Giovanni Ventura, Danilo Cellanetti, Salvatore Iacona, Francesco Maiorano, Rosario Cattuto, Paolo Rosa, Ivano Martorana, Marco Mondini, Arianna Ursini, Ettore Spampinato, Biagio Ehrler, Marco Lazzari e Cristiano Petrone. Diversi difensori hanno già preannunciato la volontà di optare per riti alternativi. Una decisione che dovrebbe essere formalizzata anche dai legali di fiducia del presunto boss Salvatore Rinzivillo, gli avvocati Roberto Afeltra e Grazio Ferrara. Rinzivillo, infatti, dovrebbe essere giudicato con il rito abbreviato. In aula, si tornerà la prossima settimana. Tra i difensori, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanna Cassarà, Grazio Ferrara, Lucio Greco, Roberto Afeltra e Luigi Cinquerrui.