Grasso fa un “giro” in piazza Umberto e chiude a Crocetta: “Nessun accordo con i suoi”

 
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Il presidente del Senato Pietro Grasso all'assemblea di LeU

Gela. “Con Crocetta? Nessun accordo”. Il presidente del Senato Pietro Grasso l’ha detto chiaramente arrivando all’ex chiesa di San Giovanni, dove si presentavano i candidati locali di Liberi e Uguali, la formazione a sinistra del Partito Democratico. “Gli uomini di Crocetta – ha proseguito – si sono già ricollocati. C’è chi va nell’Udc e chi ha scelto Noi con l’Italia, come hanno appena fatto Antonio Torrenti e Vincenzo Cirignotta”. Il “niet” del presidente Grasso a Crocetta, però, stride con le presenze all’assemblea di oggi. C’erano diversi fedelissimi della prima ora dell’ex sindaco, compresi i due manager di fiducia Sergio Tufano e Rosario Faraci, che hanno appena ricevuto il benservito da Nello Musumeci, subito pronto a togliergli la guida di Cas e Sas. Ma alla presentazione dei candidati di Liberi e Uguali, si sono visti anche alcuni dem, come Sebastiano Abbenante, che fa parte della direzione cittadina del Pd, sindacalisti della Cgil e il consigliere comunale del gruppo Carmelo Casano. In prima fila, Salvatore Crocetta (con un passato da senatore tra del Partito Comunista e, poi, di Rifondazione), fratello di Rosario.

Il giro in piazza. Prima di arrivare all’assemblea, Grasso ha fatto un giro in piazza Umberto I. “Volevo ascoltare la gente – ha spiegato – mi hanno parlato di disoccupazione, di un porto insabbiato, di tanti che scelgono di partire e dei malati”. Proprio su questi temi ha battuto, davanti ad una platea, dove si è visto pure l’assessore Maurizio Melfa, in rappresentanza dell’amministrazione comunale. “I nostri candidati – ha proseguito – non sono come quelli scelti dai notabili del Pd, che decidono di schierare la figlia di Cardinale. Questa città, ancora aspetta che le promesse di Renzi, arrivato a ferragosto di quattro anni fa, si concretizzino. Su Eni, aveva escluso ricadute negative a livello occupazionale. Disse che era tutto a posto”. Liberi e Uguali, a questo punto, non disdegna neanche di pescare nel malcontento di una parte della base dem, che piuttosto di assecondare gli ordini arrivati da Palermo e Roma, potrebbe convergere proprio su quelli a sinistra.

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