Gela. Sistemi “craccati” per accedere ai canali della piattaforma Sky, ma pagando una somma minima. Dopo i controlli che sono stati effettuati in città, diciotto clienti sono finiti a processo, davanti al giudice Silvia Passanisi. Devono rispondere di violazione del diritto d’autore, perché avrebbero utilizzato software per la visione dei contenuti Sky, ma senza alcun abbonamento. Gran parte degli imputati, attraverso i rispettivi difensori, già prima dell’apertura del dibattimento, ha preannunciato di voler accedere a riti alternativi e alla messa in prova.
I controlli. Le verifiche tecniche iniziarono negli scorsi anni, arrivando a far scoprire diversi sistemi “craccati” che sarebbero stati forniti da un esperto, dietro un minimo pagamento periodico. In aula, per decidere sulla richiesta di riti alternativi, si tornerà a maggio. Tra i difensori degli imputati, ci sono gli avvocati Giovanni Cannizzaro, Giovanna Cassarà, Enrico Aliotta, Filippo Spina, Giovanna Zappulla, Carlo Damato, Rocco Fasciana, Paolo Cafà, Rocco La Placa, Francesco Minardi e Dafne Rimmaudo.