Gela. Dopo la concitazione delle prime ore del mattino, gli operai della Turco Costruzioni hanno deciso di cambiare strategia. Non accettano più altri ritardi nei pagamenti e nel versamento delle indennità che gli spettano. Così, dopo le 13, hanno deciso di presidiare i tornelli di ingresso della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Non solo gli stipendi che non arrivano, ma sulle spalle dei lavoratori del gruppo edile c’è anche il fardello di quarantuno licenziamenti, già annunciati dalla proprietà, oltre ai trenta contratti a tempo determinato che non verranno rinnovati. “Per mesi, abbiamo assecondato le richieste della proprietà – dicono alcuni di loro davanti ai tornelli – siamo consapevoli della difficoltà, ma non riusciamo più ad andare avanti. Alle nostre famiglie, cosa dobbiamo raccontare? Non si può andare a lavoro e non essere pagati”. Molti di loro hanno decenni di esperienza in raffineria, ma adesso non sembrano più sicuri di nulla. “Mancano quattro mensilità – dicono ancora – senza dimenticare la cassa edile. Abbiamo famiglie e impegni da rispettare. Senza soldi, tutto diventa impossibile”.
La protesta davanti ai tornelli. Gli operai hanno ricevuto la solidarietà di gran parte dei colleghi dell’indotto e, senza risposte dalla proprietà, continueranno a presidiare i tornelli della fabbrica di contrada Piana del Signore. I manager dell’azienda, anche nel corso del recente incontro all’ufficio provinciale del lavoro, hanno ribadito l’assenza di commesse tali da poter assicurare piena occupazione ai circa centocinquanta lavoratori. Per questo motivo, sono stati previsti i tagli. “In una città che è già morta – dice un operaio dell’azienda – tutti dovremmo mobilitarci alla notizia di licenziamenti. Invece, non succede nulla. Perché i politici non si presentano in fabbrica? Perché Eni, con un’azienda in evidente difficoltà, non prende in mano la situazione?”. La vertenza degli operai della Turco Costruzioni, a questo punto, rischia seriamente di sfociare in una lunga protesta.
ai politici non interessa nulla dato che sono stati loro a chiuderla, figuriamoci se pensano allo stillicidio, allo sfruttamento degli operai dell’indotto…siamo tutti questo Cielo un giorno daremo conto delle sofferenze provocate al prossimo…
Ancora non l’avete capito e finita proprio per colpa dei politici e sidacalisti, a questo punto potete solo proporre a tutti i cittadini di non andare a votare e strappare o bruciare le tessese elettorali, POLITICI TUTTI VI SIETE MANGIATI UN PAESE, saluti a tutti