Gela. Hanno entrambi scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. La conferma definitiva arriverà, ad aprile, dal gup del tribunale di Caltanissetta. L’ex boss stiddaro Orazio Paolello e Filippo Gibilras, almeno per i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, avrebbero preso parte all’azione di fuoco che, nel dicembre di venti anni fa, mise fine alla vita di Salvatore Polara, allora ritenuto braccio destro del boss Giuseppe Madonia, della moglie e di due figli. La famiglie Polara venne praticamente decimata. Con quell’azione di fuoco, gli stiddari volevano colpire al cuore i rivali di cosa nostra. La vicenda, dopo i verdetti già emessi, è tornata sui tavoli dei pm della Dda nissena dopo le dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, che hanno tirato in ballo sia Paolello che Gibilras.
Le dichiarazioni dei collaboratori. I difensori degli imputati, gli avvocati Elio Lembati e Maria Brucali, contestano la ricostruzione degli investigatori, escludendo la partecipazione attiva dei due a quel bagno di sangue. Proprio la difesa di Gibilras, ha prodotto ulteriore documentazione, depositando sentenze già emesse sull’intera vicenda processuale. Elementi che verranno valutati dal gup, come quelli già avanzati dai pm. In giudizio, parti civili sono due figlie delle vittime dell’agguato, costituite con l’avvocato Tiziana Giardina. Il legale, alla scorsa udienza, ha ottenuto il sì alla costituzione proprio dal gup nisseno. In aula, si tornerà ad aprile.
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