Gela. La vicepresidenza del consiglio comunale andata al forzista Salvatore Scerra alimenta l’ennesima crisi di “coscienza” nel centrosinistra, ma soprattutto tra le fila dem.
“Era stato proposto un patto di coalizione”. Uno degli uomini di fiducia dell’ex deputato regionale Pino Federico, infatti, s’è preso il posto di vicepresidente, probabilmente con almeno tre voti arrivati dai banchi che meno ti aspetteresti, quelli occupati dai rivali di centrosinistra. Dopo la proclamazione del forzista, tra gli scranni degli avversari si è subito aperta la caccia al “traditore” politico. Tra i sospettati, c’è anche il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia. La democratica, secondo alcuni suoi alleati, avrebbe votato a favore di Scerra vicepresidente. “Non commento le voci – dice il presidente – dico solo che qualcuno ha voluto giocare a spaccare, ancora una volta, il Partito Democratico. Prima di arrivare in aula per il voto, è stato proposto un patto di coalizione, di tutto il centrosinistra. Sarebbe servito a garantire il rispetto istituzionale tra alleati, anche in vista dei prossimi anni. Alcuni hanno deciso di non sottoscriverlo. Non hanno voluto impegnarsi”. Che il centrosinistra, ad un certo punto, stesse andando in ordine sparso contro un centrodestra, d’un tratto trasformatosi in corazzata senza “macchia”, si capisce dai voti incassati da quello che era il candidato di riferimento alla vicepresidenza, l’altro dem Salvatore Gallo. Alla fine, ha portato a casa dieci voti contro i quattordici di Scerra e al conteggio vanno aggiunti una scheda bianca e quattro preferenze grilline, tutte andate al capogruppo uscente Simone Morgana. Addirittura, molti consiglieri di centrosinistra hanno chiesto di poter visionare le schede votate. “Era impossibile – spiega ancora Ascia – la legge non lo prevede. La votazione era a scrutinio segreto e anche il segretario generale ha escluso questa possibilità, salvo che non l’avesse richiesto un’autorità superiore. Sono stati scelti anche due scrutatori, proprio a garanzia della massima regolarità. Al di là delle voci e di chi vorrebbe mettermi in difficoltà, io vado avanti a testa alta. In questi anni, mi sono impegnata a fondo ma, purtroppo, continuo a scontrarmi con un certo ostruzionismo. Le dimissioni di Angela Di Modica dall’ufficio di presidenza preferisco proprio non commentarle”.
“La vicepresidenza? Ho altri valori”. Il centrosinistra, probabilmente, aveva la possibilità di certificare un successo politico, ma adesso deve fare i conti con uno scollamento difficile da recuperare. “Il patto di coalizione? E’ stato proposto, è vero – dice Salvatore Gallo – ma praticamente nessuno ne conosce il contenuto. Personalmente, non ho avuto neanche modo di leggerlo. La mancata elezione alla vicepresidenza? Non ne faccio un dramma, ci sono valori molto più importanti nella mia vita. Noi, in aula, abbiamo la maggioranza ma presumo che qualcuno non abbia rispettato il patto. Presumo che mi abbiano votato Giuseppe Ventura, Antonino Biundo e Cristian Malluzzo di Sicilia Futura, oltre al mio voto e a quello di Guido Siragusa nel Pd, poi Sara Bonura, Maria Pingo, ma anche Carmelo Casano, Giuseppe Guastella e Angela Di Modica. Anzi, ringrazio per la disponibilità sia Sara Bonura, che poteva essere una candidata di centrosinistra, e il consigliere Guido Siragusa, che ha subito messo a disposizione la presidenza della commissione cultura. Ho deciso di candidarmi non perché io sia attratto dal posto di vicepresidente, ma solo perché nessun altro aveva espresso concretamente questa volontà. In passato, ho rinunciato a cariche ben più rilevanti”. Dopo quanto accaduto ieri sera, Gallo starebbe pensando di lasciare il Partito Democratico, anche se al momento esclude questa eventualità.
Di Cristina pronto a convocare i consiglieri. Il segretario cittadino Peppe Di Cristina, che sarebbe stato tra i redattori del patto di coalizione alla fine non firmato, potrebbe convocare, già la prossima settimana, l’intero gruppo consiliare. Di Cristina mira a chiarire quanto accaduto ieri sera in aula, anche se al momento preferisce non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Nelle stesse ore del caos politico, Di Cristina, insieme al deputato regionale Giuseppe Arancio e all’ex deputato Calogero Speziale, era impegnato a Palermo, dove si teneva la direzione regionale dem. In ballo, ci sono ancora le candidature alle politiche di marzo e i gelesi guidano il “partito” dei territori, contro le scelte blindate dall’alto. Al “partito” dei territori, nelle ultime ore, si è iscritta anche il sindaco di Sommatino Elisa Carbone, che si è schierata contro le candidature preconfezionate, a cominciare da quella del deputato uscente Daniela Cardinale.