Gela. Le fiamme che hanno colpito la zona dell’impianto cocking 1 della raffineria di contrada Piana del Signore si sono addensante intorno ad uno dei cuori nevralgici dell’intera fabbrica. Con il cocking 2 già fermo, in attesa della sostituzione delle due camere a coke, i danni provocati dal rogo al gemello cocking 1 rischiano di mettere in seria difficoltà l’intera produzione.
“La linea 2 – spiega il segretario della Femca Cisl Francesco Emiliani – è già ferma per manutenzione. Adesso, quest’incendio ha inciso su un impianto essenziale per la linea 1, l’unica attualmente in marcia”. Le preoccupazioni, più in generale, riguardano tutti i rappresentanti sindacali della fabbrica.
“Abbiamo già ottenuto – ammette il segretario della Uiltec Uil Silvio Ruggeri – un incontro per lunedì. I vertici di raffineria ci illustreranno, nel dettaglio, gli effetti e le cause dell’incendio”. L’eventuale fermo del cocking 1 potrebbe anche far scattare soluzioni alternative.
“Non dimentichiamo – spiega Alessandro Piva della segreteria provinciale della Filctem Cgil – che il cocking 2, nonostante la necessità delle due camere a coke, potrebbe essere rimesso in marcia. Allo stato attuale, il pensiero va soprattutto agli operatori dei reparti che, fortunatamente, non hanno subito alcuna conseguenza”.
Il sistema di sicurezza avrebbe reagito in tempo alle prime avvisaglie del rogo. “Sembra proprio – ammette Andrea Alario dell’Ugl – che tutto sia stato attivato in tempo. Adesso, bisogna evitare che quanto accaduto possa incidere sulla cronologia degli investimenti del gruppo in città”.
In base ad una nota ufficiale di raffineria, “la perdita di prodotto idrocarburico nell’area tubazioni di collegamento degli impianti topping 1 e cocking 1 innescava un incendio di limitata entità circoscritto all’area della perdita”.
I vertici di raffineria, inoltre, rassicurano confermando la regolare marcia degli impianti. Di certo, le fiamme hanno danneggiato il sistema elettrico di collegamento tra gli impianti topping 1 e cocking 1, essenziali nel processo di produzione.
“Qualora fossero necessari tempi lunghi per il ripristino – conclude Silvio Ruggeri della Uil – la fabbrica potrebbe subire un impatto negativo che tutti, allo stato attuale, speriamo di evitare”.