Gela. Una presunta firma falsa per ottenere il rinnovo della carta d’identità. Una “leggerezza” che è costata il processo ad un dipendente comunale. L’uomo, infatti, avrebbe dovuto produrre un modulo, firmato anche dalla moglie. Tra i due, però, i rapporti non erano più dei migliori, tanto da avviare la fase di separazione. La donna, così, non diede il consenso al rinnovo e il dipendente comunale avrebbe ugualmente presentato il modulo, falsificando la firma dell’ex consorte.
Una perizia sulla firma. Sarà una perizia grafologica a stabilire se quella firma sia stata effettivamente apposta dall’imputato, che avrebbe in questo modo cercato di aggirare il mancato consenso della moglie. Perizia tecnica chiesta dalla difesa del dipendente comunale, sostenuta dall’avvocato Salvo Macrì, e autorizzata dal giudice Lirio Conti.