Gela. Le campagne continuano ad essere in mano a pochi. I ladri scelgono quando e dove colpire, senza troppe difficoltà, Così, come avevamo già anticipato negli scorsi giorni, dopo il maxi furto di cavi di rame, messo a segno nella zona di Bulala, almeno trecento aziende rischiano di dover staccare la spina, definitivamente. Senza energia elettrica non possono irrigare. “Se il ripristino delle linee elettriche rubate non avverrà prima possibile – hanno spiegato al sindaco Domenico Messinese – possiamo anche restituire le partite Iva”. Oltre al danno, anche la beffa. Ieri notte, nuovo furto, lungo una delle poche linee rimaste ancora attive. La macchia del “fermo per furto” si allunga fino al confine con la provincia di Ragusa. La fascia trasformata è in stallo e le produzioni rischiano di saltare. Al momento, i tecnici Enel hanno preventivato almeno quindici giorni prima di poter rientrare a regime.
Mancano i gruppi elettrogeni. Il vero problema per gli agricoltori è l’assenza di gruppi elettrogeni che potrebbero attenuare i danni. “Non sono disponibili”, hanno spiegato. Il sindaco, che nell’incontro era affiancato dagli assessori Valentino Granvillano e Simone Siciliano, non ha dato garanzie. Tutto o quasi dipenderà dagli interventi di ripristino. “Siamo riusciti a ridurre i tempi necessari – ha detto alla delegazione di produttori arrivati a Palazzo di Città – informeremo anche il prefetto, ma non posso dare certezze sulla disponibilità di gruppi elettrogeni né su interventi straordinari”. Le aree rurali, da anni ormai, sono alla mercé di ladri, di pochi pastori che dettano legge e di chi sceglie queste aree per smaltire rifiuti di ogni tipo. Ciò che è accaduto tra le trazzere di Bulala è solo uno dei troppi sintomi di una patologia che si mangia aziende e produzioni.