Ferrovia al collasso: commissione tecnica, “documenti sospetti, rischio crolli”

 
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Gela. Strade ferrate risalenti agli anni cinquanta e regole non sempre rispettate: questo, emerge dalla relazione completata dagli ispettori del ministero dei trasporti che hanno analizzato lo stato dell’arte sull’intera tratta ferroviaria che parte proprio dalla stazione di contrada Giardinelli.

Stando agli ingegneri Francesco Nolé e Andrea Santagati, la fragilità delle infrastrutture che, almeno sulla carta, dovrebbero assicurare il trasporto di merci e persone, genera un serio rischio sicurezza. In sostanza, episodi analoghi a quello del crollo del viadotto lungo la linea che conduce a Caltagirone potrebbero ripetersi.
Un rischio rafforzato da procedure poco trasparenti. La denuncia lanciata attraverso la relazione è di quelle che lasciano poche possibilità di replica. Studiando i registri di carico e la documentazione rilasciata dagli spedizionieri, i due esperti hanno individuato diverse difformità fra il peso dei carichi indicato negli atti ufficiali e quello realmente trasportato.
I casi sarebbero diversi: un minor peso di carico registrato nella documentazione a differenza di quello, assai superiore, effettivamente trasportato sui convogli. Sotto accusa, di conseguenza, finisce il sistema di trasporto merci che, seppur in maniera minore rispetto al passato, continua a sfruttare i binari della stazione locale per arrivare nei centri di destinazione. Differenze che possono superare anche le cinquanta tonnellate: rendendo fragili strutture già ferite dall’inesorabile tempo trascorso e dall’assenza di drastici interventi di manutenzione.
Uno spaccato preoccupante, quello descritto dai due tecnici incaricati dai funzionari del ministero dei trasporti. L’anno zero delle ferrovie locali rischia di gravare, pesantemente, sulla sicurezza dei passeggeri e di quei pochi operatori che, ancora,si muovono lungo la tratta ferroviaria.
Per queste ragioni, nella relazione si invitano i responsabili di Rfi ad una maggiore vigilanza: con l’aumento dei controlli sull’effettivo peso dei carichi trasportati con i vagoni.
Allo stesso tempo, si chiede un vero e proprio monitoraggio che abbia come punto focale i viadotti, troppo spesso lasciati all’incuria. In città, lo stato del sistema ferroviario attraversa una parabola fatta solo di declino: gli investimenti si riducono e la sicurezza diventa merce rara.
Poca trasparenza e controlli sempre più ridotti potrebbero contribuire a produrre danni incalcolabili. All’orizzonte, sembra apparire la definitiva morte del trasporto ferroviario, almeno a livello locale.

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