Gela. Si è difeso strenuamente, rispondendo a tutte le domande che il giudice per le indagini preliminari, Lirio Conti, gli rivolgeva, e dando una spiegazione a tutto.
Non solo. Fabio Paolo Fasulo, l’imprenditore in carcere nell’ambito dell’operazione Cash Flow, è pronto a dimostrare, carte alla mano, di essere quasi una “vittima” del sistema truffaldino che ha coinvolto la sua impresa, la Corimec Maintenance.
Alla presenza dei suoi legali, Tonino Gagliano e Santo Lucia del foro di Agrigento, l’imprenditore è apparso lucido e determinato a dimostrare di non essere il costitutore, promotore ed organizzatore della truffa.
Secondo la procura attraverso la società Corimec Maintenance avrebbe trovato fittizi lavoratori che altro non erano prestanomi, attraverso l’opera di Simone Di Simone, Rosario Caci, Gaetano Sanfilippo, l’avvocato Giuseppe Smecca e Serena Puccio.
Fasulo è stato anche accusato da alcuni degli indagati durante l’interrogatorio, ma lui ha ribaltato. “Avevo avuto il sentore di qualcosa di strano e decisi di mandarli via tutti dal mio ufficio”. Fasulo si dice pronto a provare che già nel 2009 interruppe il rapporto con gli altri indagati. La posizione dell’imprenditore rimane sempre grave ed in sospeso. I difensori hanno annunciato ricorso al tribunale del Riesame.