Gela. Cosa c’è dietro alla sfiducia saltata?
“C’era la volontà di non arrivare al voto”. “Un fronte trasversale che ha coinvolto tutti i partiti, nessuno escluso”. Ne è convinto l’ex dem Vincenzo Cirignotta che, in aula, ha cercato di evitare l’ennesimo naufragio. “Purtroppo, questo fronte trasversale aveva già deciso che la mozione di sfiducia non dovesse essere votata – dice ancora – anzi, il fatto che il segretario generale, a cui vanno i miei complimenti, abbia dato un parere favorevole alle operazioni di voto, per certi aspetti li ha messi in crisi. Era chiaro che se le pregiudiziali non fossero passate, qualcuno avrebbe ritirato la propria firma o, eventualmente, fatto cadere il numero legale al momento del voto. Ieri mattina, in aula consiliare, è morta la democrazia. Per la prima volta da quando sono consigliere comunale, ho provato vergogna”.
Cirignotta è stato tra i firmatari della mozione e, probabilmente, avrebbe voluto allargare la platea dei firmatari, di modo da evitare possibili defezioni tra i dodici della mozione. “Era stato sottoscritto anche un impegno ufficiale dopo la firma della mozione di sfiducia – ammette – forse, però, per qualcuno questi impegni firmati sono solo carta straccia. Le scelte dei consiglieri comunali Giovanni Panebianco e Angela Di Modica sono state gravissime. Il centrodestra voleva caratterizzare la mozione su un fronte politico, per questo motivo c’è stata la decisione, presa a maggioranza, di non allargarla ad altri gruppi”. Cirignotta, a questo punto, non crede ad un’eventuale nuova mozione di sfiducia, sarebbe addirittura la terza.
“Il consigliere Angela Di Modica ha spiegato di voler presentare un’altra mozione – conclude – ma dopo quanto accaduto, chi la dovrebbe firmare? Credo che in questa fase, ci siano anche interessi in gioco che la giunta sta facendo pesare”.