Verso la sfiducia, in municipio si sente poco l'”effetto” Gisana: i capigruppo convocati su richiesta di Melfa ma c’è il rischio “flop”

 
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Gela. La delega ai rapporti con il consiglio comunale l’ha presa

solo nelle ultime ore, ma ha già chiesto la convocazione di una conferenza dei capigruppo, fissata per il pomeriggio, alle 17, in municipio.
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Poche “adesioni” alla chiamata di Melfa. L’assessore Maurizio Melfa vorrebbe avere un faccia a faccia diretto con i consiglieri comunali, ufficialmente per esporre le sue nuove deleghe, a quella ai rapporti con l’assise civica vanno sommate lavori pubblici e sburocratizzazione. Probabilmente, però, l’imprenditore che ha detto sì alla chiamata del sindaco Domenico Messinese vuol tentare di strappare un eventuale impegno ai consiglieri, magari con l’obiettivo di ottenere quei sei mesi in più di mandato che, a suo modo di vedere, potrebbero essere decisivi, tanto da evitare la sfiducia. La convocazione, firmata dal presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia, è arrivata in tarda mattinata ai capigruppo.
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In realtà, però, il tentativo d’approccio di Melfa rischia di non sortire grandi effetti. I grillini non ci saranno, così come quasi tutti gli esponenti dei partiti di centrodestra e anche la presenza del Pd è in dubbio. Non dovrebbero esserci neanche il capogruppo di Articolo 1 Carmelo Casano e l’indipendente Vincenzo Cirignotta. Proprio l’ex dem non è affatto convinto del tentativo di Melfa. “Ma a cosa serve convocare una conferenza dei capigruppo – dice – se venerdì discuteremo in aula la sfiducia? Non è più tempo di mediatori o di tentativi di far cambiare idea. Credo che dall’aula consiliare, venerdì, arriverà un messaggio inequivocabile. L’amministrazione Messinese ha fallito”. Anche Casano, pur non rilasciando dichiarazioni ufficiali, non risponderà alla chiamata. Le sorti della giunta, insomma, si decideranno venerdì mattina in aula consiliare e non in altre stanze del municipio. Melfa, fin dall’insediamento, ha scelto la strada della collaborazione.

L'”effetto” Gisana. Tra i dodici della sfiducia, peraltro, neanche le parole del vescovo Rosario Gisana sembrano aver fatto breccia. Anche se non è da escludere che, in aula, qualche consigliere-fedele possano anche tentennare. Il prelato, vescovo della diocesi di Piazza Armerina, ieri mattina nel corso del consiglio generale dei chimici della Femca Cisl, ha bollato la sfiducia al sindaco come una mossa potenzialmente capace di acuire la crisi della città.
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“Ho immenso rispetto per il ruolo di pastore del vescovo Gisana – dice il capogruppo di Energie per l’Italia Luigi Di Dio – probabilmente, però, quelle parole arrivano da una conoscenza solo parziale di ciò che sta accadendo in città e in municipio. Voterò favorevolmente la mozione di sfiducia non per interessi personali, anzi. L’interesse personale potrebbe essere quello di rimanere al mio posto per i prossimi due anni. Invece, sto rinunciando al mandato che mi hanno dato i miei elettori perché la città sta languendo e questa giunta ha dimostrato di non voler alcun supporto politico dal consiglio comunale. Abbiamo più volte tentato, ma è stato tutto vano. Non sono arrivate risposte neanche a decine di mozioni ed interrogazioni presentate in questi anni. Anzi, il sindaco non fa altro che delegittimarci. La sfiducia è un atto di responsabilità”. L’”effetto” Gisana, almeno per il momento, in municipio non sembra essere arrivato.

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