Gela. Due pilastri della teoria economica, tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900, che
si possono leggere, per diversi aspetti, quasi in continuità.
L’opera di Morselli. Thomas Malthus e John Maynard Keynes, teorici di un capitalismo “temperato”, sono al centro della disamina condotta dal docente universitario e dottore di ricerca Alessandro Morselli. Il docente gelese ha appena dato alle stampe, per la collana “Panopticon-Multidisciplinary studies in social sciences” di Aracne Editrice, un saggio di studi che approfondisce proprio le teorie dei due economisti britannici. Dalle pagine di “Crisi e ciclo economico – Un richiamo alla teoria maltusiana”, emerge chiaramente come per Morselli le tesi di Malthus e Keynes abbiamo tanti punti di contatto. Lo studioso, inoltre, richiama pezzi fondamentali delle teorie che hanno segnato interi secoli di storia economica, da quelle di David Ricardo ai fondamenti di Karl Marx.
“Alla fine occorre, quindi, chiarire lo schema malthusiano in termini keynesiani – si legge nel saggio di Morselli – per capire se le affinità fra i due autori nel loro rapporto sul futuro del capitalismo abbiano solo valenze economiche o pure sociopolitiche. In condizioni di laissez-faire sono ovviamente gli automatismi di mercato e, nel caso malthusiano, in concorso con la struttura sociale, i referenti del processo di sviluppo in equilibrio. Ed abbiamo visto che proprio le mutevoli esigenze del capitale impongono la non cristallizzazione quantitativa del rapporto tra ceti produttivi e ceti improduttivi”. 
L’opera del docente verrà presentata in diverse università italiane, a cominciare dal polo locale Unitelma-Sapienza, del quale Morselli è responsabile.
