Gela. Se in raffineria i lavori per la riconversione a green sono stati avviati, garantendo
occupazione ad una parte dell’indotto, la preoccupazione principale dei sindacati si chiama upstream, con l’insieme di tutte le attività estrattive.
I dubbi sull’upstream. “Vogliamo capire quali siano i progetti per il futuro di Enimed in città – spiega il segretario provinciale della Uiltec Maurizio Castania – per noi, diventa fondamentale una nuova convocazione al ministero ma anche un incontro con il neo amministratore delegato Eugenio Lopomo”. Con la produzione in calo in città, scesa sotto la soglia dei ventimila barili, i sindacati non sembrano aver ricevuto certezze sugli investimenti legati al protocollo d’intesa di tre anni fa, che proprio sull’upstream concentrava il maggior impegno finanziario.
Dopo la rinuncia alla piattaforma Prezioso K e la scelta di realizzare una base a terra per la lavorazione, i sindacati mirano a certezze su autorizzazioni e cantieri. “L’abbiamo ribadito più volte – conclude Castania – serve un cronoprogramma dettagliato. Le procedure autorizzative non sono mai semplici da chiudere e gli operatori locali vanno tutelati”.
A questo punto, non è da escludere che un incontro, almeno con i vertici di Enimed, si possa tenere entro i primi giorni del nuovo anno.