Gela. I giudici del Tar di Palermo dicono no al sindaco.
Pure il sit-in davanti l’ospedale. Respinta la richiesta di sospensione sia dell’atto di riapprovazione della dotazione organica, targato Asp di Caltanissetta, sia del decreto di riorganizzazione della rete ospedaliera, emesso lo scorso marzo dall’assessorato regionale. Messinese, già in estate, era stato protagonista di plateali atti di protesta. Tutto era iniziato quando, a muso duro, aveva urlato in faccia al ministro della sanità Beatrice Lorenzin, nel tentativo di alzare il velo sui tagli alla sanità cittadina. Con il ministro, poi, ci fu la pace, quasi a ridosso delle regionali, sancita in un albergo della città, dove la Lorenzin era stata invitata dagli esponenti di Alternativa Popolare.
In mezzo, però, ci fu anche il lungo sit-in di protesta organizzato da Messinese davanti l’ingresso dell’ospedale Vittorio Emanuele. Per i giudici del Tribunale amministrativo di Palermo, però, non ci sono gli estremi per sospendere gli effetti degli atti impugnati dal sindaco, per il tramite dell’avvocato Patrizia Antonuccio.
“Rilevato che, a una sommaria cognizione, in disparte la ritualità del ricorso – si legge nell’ordinanza emessa dai giudici palermitani – le censure non sono assistite da adeguato fumus boni juris in quanto l’elevata discrezionalità caratterizzante i provvedimenti impugnati non sembra essere stata esercitata in maniera illogica come sembra paventare – in maniera non adeguatamente specifica – il Comune di Gela”. I giudici, nel loro provvedimento, escludono quindi l’esistenza di una volontà tesa a tagliare risorse alla sanità cittadina per convogliarle verso altri centri, così come invece sostenuto da Messinese che, in più occasioni, non ha mancato di contestare le scelte non solo dei manager dell’Asp ma anche di chi decide nelle stanze della Regione. La richiesta di sospensiva viene respinta dai giudici che hanno comunque deciso di compensare “le spese di fase”.