Gela. Un finanziamento, da circa cinquantamila euro, promesso ma mai arrivato.
Nessun finanziamento. Alla fine, è stato pronunciato un verdetto di condanna ai danni di un promotore finanziario trentottenne. Sei mesi di reclusione, è il contenuto del dispositivo letto in aula dal giudice Silvia Passanisi che, in questo modo, ha accolto per intero le richieste del pm Tiziana Di Pietro. Il raggiro venne segnalato dai titolari di un’azienda edile, a caccia del finanziamento per il tramite del consorzio Confeserfidi. L’imputato, finito a processo, operava proprio per conto del consorzio. Dopo quasi un anno di tira e molla, con tanto di quote versate al promotore, dei soldi neanche l’ombra.
Per questa ragione, gli imprenditori hanno segnalato il caso alle forze dell’ordine. L’indagine avviata dai magistrati della procura ha permesso di individuare il promotore trentottenne. In base a quanto emerso, l’uomo avrebbe fatto credere ai titolari dell’azienda di aver concluso l’intero iter che avrebbe condotto ai pagamenti. Non a caso, le vittime effettuarono versamenti in denaro in favore di quello che per i magistrati della procura altro non era che un truffatore.
I titolari dell’azienda si sono costituiti parte civile con gli avvocati Angelo Cafà e Floriana Cafà, che in aula hanno chiesto la condanna del promotore, ritenendo del tutto fondata la ricostruzione dei pm della procura.