Gela. Il triumvirato Messinese, Siciliano, Morello è ormai un blocco granitico.
A destra e a sinistra. Tecnica o politica, la nuova giunta il sindaco la sta componendo seguendo i desiderata dei suoi fedelissimi, a cominciare da un Siciliano che, pur dopo l’azzeramento, ha comunque continuato a disegnare il prossimo futuro, più o meno lungo, della giunta ter. Insieme al sindaco, tornano, sempre che se ne siano mai andati, i due assessori di riferimento, proprio Simone Siciliano e Fabrizio Morello, con il primo innesto. L’architetto Giovambattista Mauro arriva a Palazzo di Città, dopo esserci già stato come componente dell’organismo indipendente di valutazione. Lunghi trascorsi politici nel centrosinistra locale e, negli ultimi tempi, l’avvicinamento, almeno nel periodo della recente campagna elettorale per le regionali, al gruppo di Diventerà Bellissima, a supporto di Nello Musumeci. Diverse voci, infatti, collocano l’architetto proprio in quota Musumeci.
“Escludiamo tutte le voci che avvicinano l’architetto Mauro al nostro gruppo politico”, dicono però i consiglieri comunali di Diventerà Bellissima. Di certo, Messinese e i suoi stanno cercando di prendere a destra e a sinistra. Il dialogo, nel centrodestra, sarebbe aperto anche con quelli di Energie per l’Italia. Un sostegno alla giunta ter, nel terreno opposto, potrebbe arrivare da Sicilia Futura. Sembrava quasi fatta l’intesa con Fabio Collorà, tra gli esponenti di vertice dei futuristi in città. L’ex dem, già consigliere comunale, però, difficilmente andrà in giunta. Il sindaco e i suoi starebbero parlando soprattutto con esponenti di Sicilia Futura, molto vicini all’ex direttore generale del Comune Renato Mauro. Il movimento di Salvatore Cardinale, almeno in città, è reduce da un risultato elettorale tutt’altro che sfavillante e, adesso, potrebbe rischiare divergenze interne. Non tutti sarebbero convinti della bontà politica di un ingresso in giunta, a cominciare dagli ex dem. Da alcuni giorni, alla giunta viene accostata il consigliere comunale Sandra Bennici, tra i riferimenti di Sicilia Futura all’assise civica. Messinese, in ogni caso, potrebbe pescare anche dal calderone degli indipendenti, rimasti, almeno per ora, senza gruppo.
I “grossi” dicono no. Grandi assenti sono invece i partiti, quelli “grossi”. Nel Pd, sembra definitivamente passata la linea Di Cristina. Il segretario cittadino, rinvigorito dall’elezione all’Ars del suo candidato Giuseppe Arancio, fin dal primo momento non ha mai visto di buon occhio un’esperienza in giunta con il sindaco Messinese. Troppo rischioso dire sì ad un primo cittadino, dal quale si è cercato di prendere sempre le distanze, con o senza convinzione. L’enorme flessione di consensi in casa dem ancora si fa sentire e accettare le proposte degli uomini del sindaco metterebbe a dura prova lo zoccolo duro del Pd locale. Con i grillini, ovviamente, già da tempo all’opposizione, anche i forzisti sembrano aver chiuso la porta a qualsiasi trattativa. Pino Federico, leader di voti e ancora riferimento di punta tra gli azzurri, sembra molto distante da Messinese. Dopo il fallimento del dialogo aperto prima delle regionali, il copione non è più riscrivibile. I forzisti hanno i voti e vogliono contare in un centrodestra locale che non scenda a patti con l’amministrazione comunale. Insomma, il municipio se lo vogliono riprendere alle urne. Le ultime uscite in aula del capogruppo Salvatore Scerra, tra gli uomini di fiducia dell’ex deputato all’Ars, sono piuttosto emblematiche. Scerra ha bollato l’azzeramento della giunta senza troppi giri di parole, “è un bluff!” ha detto in faccia al sindaco. Ovviamente, se fosse confermata la mano di DiventeràBellissima dietro all’ingresso in giunta dell’architetto Mauro, allora la rivalità nel centrodestra potrebbe tornare ad ardere.