Gela. Azzerati, ma non troppo.
Gli azzerati trattano? La “bomba” calata ieri dal sindaco Domenico Messinese, che ha appunto comunicato di aver mandato a casa tutti i suoi assessori, a ventiquattro ore di distanza rischia di trasformarsi in un “petardo” natalizio. Da quanto trapela, non tutti gli assessori sarebbero stati esonerati. Probabilmente, messi alla porta, in attesa di capire chi ci sta ad occupare gli altri posti, quelli veramente destinati a cambiare “padrone”. Il sindaco, che ha già annunciato di aver da tempo avviato interlocuzioni politiche, almeno per ora non si sbilancia. In avanscoperta sarebbero partiti due “azzerati”, i suoi fedelissimi Simone Siciliano e Fabrizio Morello. Insomma, non proprio mosse da assessori esonerati. Addirittura, sia il vicesindaco azzerato sia l’assessore al bilancio, azzerato pure lui, sarebbero stati tra i primi a far squillare lo smartphone del segretario cittadino del Pd Peppe Di Cristina. Nel post-azzeramento, infatti, sembrerebbe che il sindaco possa tentare la sorte, buttandosi proprio nel campo di centrosinistra. I due mediatori azzerati starebbero cercando di sondare il terreno. Ufficialmente, i dem, almeno stando a quanto sostenuto da tempi immemori, non sarebbero interessati a soluzioni di governo della città insieme a Messinese. Però, l’azzeramento spariglia tante carte e tra i dem ci sarebbe già chi pensa a cambiare strategia. Il segretario cittadino Peppe Di Cristina non sarebbe così convinto. Con l’elezione di Giuseppe Arancio all’Ars si è rafforzato, eccome, prendendosi la vera cabina di controllo del partito. Andare incontro ai desiderata del sindaco e dei suoi mediatori azzerati, significherebbe cambiare totalmente prospettiva, dovendo spiegare all’elettorato, già piuttosto deluso, le ragioni di un eventuale appoggio allo stesso sindaco che, fino a ieri, veniva visto come una casa da evitare a tutti i costi. E’ anche vero, però, che se il sindaco e i mediatori chiudessero comunque un’intesa di centrosinistra, il Pd dovrebbe in ogni caso assumere decisioni drastiche. Stare con Messinese, colorato di centrosinistra, oppure da soli, magari sbugiardando gli altri del centrosinistra che decidessero di rispondere alla chiamata? Tribolazioni che si starebbero vivendo anche tra le fila di Sicilia Futura, che con quattro consiglieri comunali è il secondo gruppo del centrosinistra, almeno a livello di rappresentanza all’assise civica. Vedere insieme il capogruppo di Cardinale Giuseppe Ventura e il vicesindaco azzerato Simone Siciliano appare quasi irreale. I due se ne sono dette di ogni colore, a cominciare dal rimpallo di colpe rispetto alla gestione del servizio rifiuti. Probabilmente, Messinese e i suoi potrebbero pescare da qualche altra ala dei “futuristi” locali. Del resto, il sindaco e i suoi fedelissimi hanno sempre avuto buoni rapporti con una delle menti della locale Sicilia Futura, l’ex direttore generale del Comune Renato Mauro. Magari, una delle tante sponde potrebbe arrivare proprio da quell’ala “futurista”.
Poi, ci sono da valutare i passi di ex crocettiani rimasti nel limbo del gruppo misto, da Giuseppe Guastella passando per l’ex vicepresidente del consiglio comunale Maria Pingo, che ha fatto il passo indietro ritirando la firma apposta alla naufragata mozione di sfiducia. Messinese non disdegnerebbe neanche l’esperienza amministrativa del capogruppo di Articolo 1 Carmelo Casano, che per anni ha retto le sorti del settore lavori pubblici quando sindaco era Angelo Fasulo. L’ex assessore, però, starebbe valutando il da farsi e un suo impegno in prima persona, al momento, non è così scontato.
A destra aspettano…A differenza delle previsioni, invece, i telefoni squillano poco tra le fila del centrodestra. Con la vittoria di Nello Musumeci, che si è preso Palazzo d’Orleans, tutti guardano proprio al centrodestra locale, nel tentativo di capire se la liaison politica con il sindaco, solo abbozzata, possa diventare una relazione stabile. I consiglieri di DiventeràBellissima, diretta espressione di Musumeci, erano a Palazzo di Città, mentre Messinese azzerava la giunta. Fino ad ora, però, non sarebbe arrivato alcun segnale dal sindaco e quelli di Musumeci non vorrebbero attendere le calende greche, anche perché sono comunque loro l’eventuale canale di collegamento con la presidenza della Regione. Neanche i forzisti sarebbero stati contattati dal primo cittadino, ancora in cerca di un futuro amministrativo. Forzisti, fedelissimi di Musumeci e cespugli vari di centrodestra le proposte al sindaco le avevano già recapitate in tempi non sospetti, prima che le trasmissioni venissero bruscamente interrotte. Se Messinese riuscisse a trovare la soluzione con il centrosinistra, magari con l’appoggio del Pd, allora la vera opposizione arriverebbe proprio dai banchi del centrodestra, che ha però la linea confidenziale con la Regione. A quanto pare, anche tra i banchi del centrodestra in consiglio comunale non mancherebbero anime pronte a dire sì alla chiamata, a cominciare dai consiglieri che non hanno riferimenti veri e propri di partito. In queste ore, è tornato di moda il nome di Salvatore Sammito, molto vicino a Forza Italia, ma ufficialmente nel gruppo misto. Da valutare, e lo starebbero facendo anche loro, le mosse di Energie per l’Italia, che in consiglio comunale schiera Luigi Di Dio e Francesca Caruso, mentre fuori dal municipio a tirare le fila c’è l’ex presidente del consiglio Giuseppe Di Dio, adesso componente della direzione nazionale del movimento, alle regionali schierato a supporto di Nello Musumeci. Senza dimenticare che in consiglio ci sono pure i salviniani, con Salvatore Farruggia. Anche lui tra i primi a raggiungere Palazzo di Città, dopo che si è diffusa la voce dell’azzeramento. I mediatori, soprattutto quelli azzerati, sono al lavoro. Per il cambiamento promesso alla città, sia a destra sia a sinistra, forse, sarà necessario attendere il prossimo giro.