Gela. Assolta dall’accusa di simulazione di reato.
Il furto del motorino “simulato”. La donna finita a processo, davanti al giudice Tiziana Landoni, sarebbe stata del tutto all’oscuro di quanto contestatole dai pm della procura. In sostanza, in base alle accuse, avrebbe falsamente denunciato il furto di un motorino, utilizzato dal figlio. In realtà, qualche tempo dopo, nel corso di una serie di controlli, proprio il figlio venne fermato in sella ad un motorino che portava la stessa targata del mezzo che venne denunciato come rubato.
La donna, difesa dall’avvocato Salvo Macrì, in aula ha chiarito di aver agito solo in base ai racconti del figlio. Il pm Tiziana Di Pietro, a sua volta, ha chiesto l’assoluzione. Il difensore è riuscito a dimostrare come l’imputata non sapesse di quanto accaduto al figlio, più volte coinvolto in diverse inchieste giudiziarie. I rapporti tra i due, addirittura, si sono interrotti.