Gela. Le loro strade si separeranno a breve, dopo l’accordo
sottoscritto a Palermo, ma il sindaco Domenico Messinese sembra non aver gradito il fatto che l’Autorità nazionale anticorruzione, nelle scorse settimane, abbia dato ragione al segretario generale del Comune Pietro Amorosia. 
La decisione dell’Anac. Nonostante il funzionario sia destinato a lasciare il posto, Messinese se l’è legata al dito e, addirittura, ha deciso di impugnare il verdetto firmato dal presidente nazionale Raffaele Cantone. La giunta ha appena formalizzato la scelta, nel corso di una seduta alla quale Messinese non ha preso parte. E’ stato dato mandato ad un legale per agire davanti ai giudici del Tribunale amministrativo. In sostanza, al culmine di rapporti sempre più tesi con il segretario generale Amorosia, Messinese, quest’estate, ha deciso di revocargli le funzioni di responsabile dell’anticorruzione a Palazzo di Città. Una scelta che il funzionario agrigentino ha letto come una sorta di ritorsione e, così, si è rivolto all’Autorità nazionale anticorruzione che, appunto, gli ha dato ragione, imponendo al sindaco di tornare sui propri passi, affidandogli nuovamente le funzioni di responsabile anticorruzione. 
Nella nota ufficiale firmata da Cantone, si fa riferimento ad “un fumus di intento discriminatorio” che sarebbe dietro alla revoca delle funzioni decise da Messinese. Il sindaco, però, non ci sta a perdere, nonostante il verdetto dell’Anac sia piuttosto chiaro, e ha deciso di rivolgersi al Tar. Il segretario generale Pietro Amorosia ha già scelto di lasciare Palazzo di Città, fin troppo deteriorati i rapporti con il primo cittadino, ma fino a quando non arriverà il successore, continuerà a prestare servizio in municipio. Messinese, invece, si è imputato e quello che stabilisce l’Anac non lo vuol proprio fare.
