Gela. Il presidente della Regione Rosario Crocetta, oramai, è solo
un ricordo politico, che proprio ieri ha lasciato posto, almeno a Palazzo d’Orleans, alla nuova era di Nello Musumeci.
La “pratica” delle compensazioni. Qualche giorno prima di congedarsi definitivamente, però, Crocetta e la sua ultima giunta hanno trovato il tempo di mettere un’ulteriore firma sul “malloppo” delle compensazioni Eni e dei relativi accordi attuativi che, a fine settembre, vennero firmati in Comune dallo stesso ex presidente, dal sindaco Domenico Messinese e dai vertici di Eni. In sostanza, Crocetta e i suoi assessori hanno preso atto di come verranno spesi i trentadue milioni di euro delle compensazioni che la multinazionale ha messo sul tavolo, quando si trattò di firmare il protocollo d’intesa per la riconversione green della fabbrica di contrada Piana del Signore.
Il refrain, ovviamente, è sempre lo stesso. I soldi dell’Eni serviranno agli interventi per il porto rifugio, a quelli per gli spazi da destinare alla nave greca, a cercare di rianimare il sistema turistico e archeologico locale, agli interventi nelle periferie, addirittura anche per un piano di rifacimento delle facciate degli edifici e di incentivazione all’efficientamento energetico. Ovviamente, non manca neanche il progetto, già ribattezzato Macchitella Lab, che prevede proprio una partecipazione diretta di Eni, a cominciare dalla ristrutturazione dell’ex casa albergo, destinata a diventare uno spazio di coworking e per le start up innovative. Nell’elenco degli impegni finanziari, spuntano anche le somme, circa due milioni di euro, da dare in dote alla Fondazione di Comunità, ancora dai contorni piuttosto confusi, e quelle che verranno incanalate nel filone dell’Agenda Urbana. Totale, trentadue milioni di euro, i soldi che Eni ha messo sul piatto dopo la decisione di riconvertire a green la fabbrica di contrada Piana del Signore, stoppando il ciclo della lavorazione di idrocarburi, per dedicarsi alla produzione dei carburanti sostenibili. Messinese aveva già firmato, Crocetta l’ha fatto qualche giorno prima di traslocare da Palazzo d’Orleans. Adesso, però, si attendono le “meraviglie” promesse, finanziate con i soldi dell’Eni.