Gela. Hanno negato di aver mai avuto un ruolo nel presunto giro d’estorsioni che avrebbe riguardato i titolari dell’agenzia di trasporto Valenti. Gli otto imputati comparsi davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Manuela Matta e Vincenzo Di Blasi, si sono difesi dalle accuse mosse nei loro confronti dai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta.
Nel corso dell’ultima udienza, alcuni di loro hanno deciso di rendere spontanee dichiarazioni davanti alla corte.
“Non ho mai avuto rapporti con i titolari dell’agenzia – ha detto Armando D’Arma – in altri casi, ho ammesso responsabilità che non avevo perché non riesco più a sostenere il peso di tutte le spese legali. Ma confermo di non sapere nulla delle estorsioni all’agenzia”. Una linea portata avanti anche da un altro imputato, Vincenzo Gueli che, davanti alla corte, ha chiesto di poter leggere il testo dell’articolo 192 del codice di procedura penale che riguarda proprio la valutazione delle prove.
Salvatore Murana, invece, ha escluso di aver mai imposto incontri ai titolari dell’agenzia di trasporti Valenti. Nel corso dell’udienza, inoltre, è stato sentito il collaboratore di giustizia, ed ex esponente di spicco di cosa nostra locale, Crocifisso Smorta.
L’ex boss ha descritto il giro di estorsioni ai danni dell’agenzia. “Ad un certo punto – ha spiegato – Rosario Trubia temeva che i soldi dell’agenzia venissero incassati solo dagli stiddari. Per questa ragione, imponemmo come cosa nostra pagamenti fino a quindicimila euro”.
Gli altri imputati sono Carmelo Fiorisi, Salvatore Burgio, Paolo Di Maggio, Gaetano Azzolina ed Enrico Maganuco. Il processo è stato aggiornato all’udienza del prossimo 26 marzo.