Le aziende in nero dietro alle discariche abusive, le campagne sono un immondezzaio: Giudice, “C’è almeno il 50 per cento dei rifiuti”

 
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Gela. “Credo che circa il cinquanta per cento dei rifiuti

prodotti in città finisca nelle discariche abusive”.
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La filiera dell’economia in nero. Emilio Giudice, tra i responsabili della Riserva orientata Biviere, da anni denuncia la continua presenza di discariche nelle aree rurali locali. Senza controlli e con un territorio tanto vasto, le discariche abusive sono all’ordine del giorno. Ma chi scarica nelle contrade che circondano la città? “Bisogna fare molta attenzione – spiega Giudice – non ci sono solo cittadini indisciplinati che gettano via i loro sacchetti colmi di rifiuti. C’è anche tutta la filiera delle aziende in nero. Mi riferisco a quelle edili, a quelle agricole e non solo. Quando si lavora in nero, certamente non si ha a disposizione la necessaria certificazione per smaltire gli scarti. Quindi, tutto finisce nelle discariche abusive che sono sempre presenti. I controlli non esistono e molti fenomeni non vengono assolutamente contrastati. L’amministrazione comunale, al momento, mi pare concentrata su altro. Visto che non ci sono uomini a sufficienza, si potrebbe puntare su ausiliari, ma servirebbe comunque un preciso regolamento comunale e l’ente guadagnerebbe soprattutto dalle multe irrogate”.
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Da tempo, Giudice segnala i cumuli di rifiuti, di ogni genere, dati alle fiamme in campagna e la costante presenza di vaste discariche. Manca, però, un vero e proprio monitoraggio. “Quando si chiuse la procedura per l’ampliamento della discarica Timpazzo – conclude – venne prevista una serie di compensazioni, da far gravare sull’azienda che si aggiudicò i lavori, sotto il monitoraggio del Comune e dell’Ato. Tra le prescrizioni, c’era l’avvio di un monitoraggio di tutte le discariche nell’area vincolata, quindi praticamente su quasi tutta la Piana di Gela. Che fine ha fatto questo monitoraggio? Perché non è mai stato realizzato? Sono tutti inadempimenti che potrebbero condurre anche a responsabilità giudiziarie”. Intanto, le campagne, senza controlli, sono in mano a pochi, capaci di fare il bello e il cattivo tempo.

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